
La tragica notizia dell’uccisione del nostro Ambasciatore Luca Attanasio e dell’App.to dei Carabinieri Vittorio Iacovacci genera sentimenti legittimi quali tristezza, sgomento e rabbia. Troverei altrettanto legittima una riflessione su chi erano questi Uomini della cui grandezza ne apprendiamo il significato soltanto oggi che li abbiamo persi. Uomini che di fatto si trovavano nel Paese di un continente lontano, dal contesto geopolitico complesso, per rappresentare il nostro Paese e rendere testimonianza dell’opera di alto valore sociale che erano quotidianamente chiamati a svolgere – ognuno nel rispettivo ruolo – nell’attività della cooperazione internazionale.
In attesa che venga fatta chiarezza sulla dinamica degli eventi, brutale assassinio o vittime del cd. fuoco amico, ciò che emerge – e che ahimè non muta la realtà dei fatti in questa triste vicenda – sono il valore e l’alto senso del dovere, espressi da questi Uomini, sino all’estremo sacrificio. Ecco, questo deve fare riflettere un po’ tutti noi, questi leali Servitori dello Stato che hanno accettato di svolgere il proprio lavoro in un teatro difficile senza riserva alcuna, non esitando di mettere a rischio la loro personale incolumità, ritenendo prioritario il compito umanitario che erano chiamati a svolgere, accettandone i rischi che in questa drammatica circostanza probabilmente avrebbero meritato di essere gestiti con maggiore attenzione da chi aveva il compito di coordinamento della missione.
Sebbene la dinamica degli eventi, come anzidetto non è ancora chiara, ci si pone il legittimo interrogativo su come il più alto rappresentante diplomatico di un paese straniero in una missione ONU possa essersi spostato in un territorio ostile senza le adeguate coperture, sia informative che di tutela; perché, ci chiediamo, non avevano il supporto di una protezione adeguata?
Siamo fiduciosi che il nostro Governo farà tutto il possibile per fare chiarezza sull’accaduto.
Ciò che conta non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa (c.fr. Madre Teresa di Calcutta). Nessuno purtroppo potrà rendere indietro questi Eroi ai loro affetti più cari, nessuno potrà più restituire un giovane padre alle sue adorate bambine ed alla sua giovane sposa, nessuno potrà restituire un giovane uomo nella fierezza della sua gioventù alla sua promessa sposa, nessuno potrà mai evitare la logorante sofferenza della grave perdita, nell’innnaturale corso della vita ai rispettivi genitori. È bene che Essi rafforzino la convinzione oggi, ed ancor di più nei giorni a venire, che Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci di fatto sono gli Eroi della storia più recente del nostro Paese, un esempio mirabile di elette virtù, chiamati, troppo presto, in luoghi più illuminati di quello terreno ed estranei alle insidie delle umane debolezze. Tutti dobbiamo Loro sentimenti di riconoscenza e fierezza nel presente così come nel futuro.
Riprendendo il senso della nostra riflessione, ecco credo che a questo esempio, per poterne essere degni, siamo chiamati a rendere conto nel nostro vivere quotidiano, nei fatti prima che nelle parole, a tutti i livelli della nostra società per la realizzazione del tanto auspicato processo di crescita sociale alla base di ogni cambiamento generazionale.
“Tu anima la nostra azione, Tu sostenta il nostro sacrificio, Tu infiamma la devozione nostra…l’entusiasmo di testimoniare, con la fedeltà sino alla morte, l’amore a Dio ed ai fratelli italiani”. (Virgo Fidelis, preghiera del Carabiniere) .
Luca e Vittorio R.I.P