
Ieri è stato finalmente effettuato il test di static fire dell’astronave Starship SN10, il titano volante d’acciaio progettato e costruito da Elon Musk e la sua azienda SpaceX.
Lo static fire è l’ultimo test che viene effettuato nell’imminenza di un lancio; il protocollo di SpaceX infatti prevede che dopo il posizionamento del razzo sulla rampa di lancio, esso venga sottoposto prima al pressure test, durante il quale i serbatoi del razzo vengono riempiti con il gas inerte azoto, simulando e superando la pressione che essi dovranno sopportare una volta riempiti con il combustibile infiammabile.
Qui un video del test relativo alla versione precedente di Starship, la SN9. Una volta superato questo test vengono montati i motori del razzo e viene tentato uno static fire test, ovvero l’accensione degli stessi per simulare la pressione del getto ed il funzionamento degli stessi in fase di lancio. Questo è un test della durata di pochi secondi applicabile solo nel caso che i motori siano già stati testati tutti in precedenza per accensioni prolungate.
Nel caso della SN10, tutti i motori utilizzati erano già stati testati in precedenza simulando le condizioni temporali e di pressione dell’intero volo spaziale.
Qui il video del test in questione.
Nel caso delle astronavi Starship e dei razzi Falcon di SpaceX, lo static fire prevede accensioni e spegnimenti multipli del motore, ripetuti a breve distanza uno dall’altro per simulare ciò che avviene nel caso di razzi che una volta assolto il compito di portare in orbita il carico, debbano ritornare sulla rampa di lancio per poter essere utilizzati molteplici volte, contribuendo così all’abbattimento dei costi dei lanciatori spaziali consentendo di totalizzare un risparmio che arriva sino ai 9/10 dei costi dei tradizionali razzi usa e getta.
A seguito del successo dello static fire di Starship SN10 e del comunicato da parte della Federal Aviation Administration che ha dichiarato concluse con esito favorevole a SpaceX le due inchieste relative al mancato atterraggio (con relative spettacolari esplosioni) di Starship SN8 e SN9, a SpaceX è stata riconsegnata la licenza di lancio pertanto ci si aspetta che il lancio di Starship SN10 sia questione di pochi giorni.
Il compito del test di Starship SN10 sarà quello di dimostrare che sia possibile lanciare un veicolo delle dimensioni di un palazzo di 15 piani in orbita, farlo rientrare in planata controllata aerodinamicamente salvo, riaccendere i motori a 100 metri dal suolo per riposizionare il veicolo spaziale in verticale e farlo atterrare dolcemente, consentendone il recupero.
Tutte le manovre qui elencate avevano già avuto successo sia con SN8 che SN9, salvo la manovra di riaccensione motori e successivo atterraggio che erano fallite per una questione di mancata pressurizzazione del combustibile per SN8 e per motivi ancora sconosciuti per SN9.
Elon Musk dal canto suo, in attesa di ricevere la licenza di lancio da parte della FAA, non è rimasto con le mani in mano. Nell’hangar di assemblaggio è già pronta per i test la SN11 come è possibile vedere da questo video.
Nel frattempo Musk ha cancellato la SN12, SN13 e SN14, per passare direttamente alla SN15, (già anch’essa in fase di costruzione) perché i test sulla SN8 e SN9 sono già riusciti a dimostrare la maggior parte della fattibilità del profilo di lancio delle missioni.
Nella SN10 è stata introdotta la novità dell’utilizzo di lastre d’acciaio dallo spessore di 3mm per la costruzione del corpo del vettore al posto dei convenzionali 4mm, consentendo così il risparmio del 25% del peso del veicolo, mossa necessaria per ottenere l’aumento della capacità di carico di Starship sino a 150 tonnellate.
SN10 monta anche diverse soluzioni di piastrelle ignifughe che, anche se non necessarie al volo di SN10 che si alzerà infatti di pochi chilometri, sono fondamentali per isolare il veicolo dal calore generato dalla manovra di rientro dallo spazio.
Per quanto riguarda SN15, SpaceX non ha ancora comunicato la lista completa delle novità introdotte da SN15 rispetto a SN10 e SN11.
Starship nel disegno di Elon Musk sarà il veicolo che verrà utilizzato sia come base lunare permanente nel previsto ritorno dell’Uomo sulla Luna nel programma Artemis della NASA, che per la colonizzazione di Marte, arrivando in questo caso a trasportare sino a 100 persone per lancio.
Nell’infografica sottostante, al netto delle cancellazioni di SN12, SN13 e SN14 viene riportato lo stato avanzamento lavori per la costruzione sia dei vari modelli che SpaceX ha programmato per Starship che quella del booster BN1, sul quale verrà montata la versione finale di Starship costituendo così un veicolo spaziale alto in totale 120 metri.
