
Le challenge sono pericolose, ne avevamo già parlato in un precedente articolo “Challenge online, le sfide in rete tra bufale e rischi per la salute”. La cronaca purtroppo ci porta in Sicilia e più precisamente a Palermo dove una bambina di appena 10 anni ha perso la vita per partecipare all’ennesima challenge su TikTok chiamata Blackout, “una sfida che porta i partecipanti a cercare di sfiorare la linea di confine tra la vita e la morte. Chi vi partecipa si strangola fino a provocarsi uno svenimento. Su internet girano da tempo video che ne spiegano il funzionamento. Una follia praticata sia da soli che in compagnia con l’uso di corde o braccia strette attorno al collo. Lo scopo sarebbe quello di provare il brivido di rimanere senza ossigeno come se si fosse a 7mila metri d’altitudine, oppure in punto di morte. L’obiettivo è perdere i sensi e poi rinvenire. Ma ovviamente non sempre il gioco (ma si può davvero chiamare così?) finisce bene”.
Per i fatti accorsi a Palermo Tiktok smentisce la presenza di contenuti inerenti la challenge e si dichiara disponibile alla collaborazione con le autorità inquirenti. Di fatto ancora le indagini sono in corso e non vogliamo assolutamente entrare nel merito di quanto accaduto, se non limitandoci all’esprimere le più sincere condoglianze ai cari della piccola scomparsa.
La tutela dei minori in rete è una tematica davvero importante, si è fatto tanto ma non basta, bisogna fare di più ed occorre insistere e perseverare nel trattare e diffondere certi aspetti cardine dell’argomento.
Lo strumento che può prevenire certe situazioni si chiama cultura della sicurezza. I genitori devono vigilare sui propri figli nelle ore che trascorrono online senza abbandonarli nella rete neanche per un attimo. Ci sono varie soluzioni, anche a livello di impostazioni nei sistemi operativi, che consentono di monitorare e limitare sia le applicazioni da utilizzare che il tempo di utilizzo del dispositivo lasciato in uso ad un minore. Mantenere con loro un dialogo aperto e cercare di stargli accanto laddove si vogliano utilizzare social network, limitandone comunque l’uso.
A poco servono purtroppo i controlli imposti in fase di registrazione per alcune reti sociali come ad esempio Facebook che consente l’iscrizione dai 13 anni in poi… ovviamente basta falsificare la data di nascita per accedere senza troppe difficoltà. Nel caso di Tiktok, i limiti di età sono soltanto scritti sui termini di utilizzo, “i Servizi e la Piattaforma sono riservati esclusivamente a utenti con un’età minima di 13 anni. È possibile utilizzare i Servizi e la Piattaforma attraverso le app mobili TikTok (“App”) e il Sito Internet TikTok (“Sito Internet”)” ma di fatto può essere fruito liberamente senza obbligo di registrazione, anche attraverso il relativo sito. Non sarebbe forse il caso di limitare del tutto l’accesso ai soli utenti registrati proprio come accade negli altri social?
Un appello va rivolto non solo ai genitori, ma anche agli insegnanti ed a tutti coloro che hanno a che fare con i bambini, compresi gli istruttori ed allenatori sportivi fino ad arrivare ai parroci. Documentatevi sull’uso consapevole dei social network e della rete in generale per poter essere d’aiuto nell’utilizzo in sicurezza del web e nella riduzione dei rischi per i minori: siate orecchie che ascoltano, occhi che osservano ed anche un riferimento per affrontare temi delicati come questo, sempre pronti a tendere loro una mano che potrebbe salvarli dal cadere nel baratro.