CITTADINI & UTENTI

La finestra di Overton e Harry Potter

La tragica farsa di Washington, "Cui prodest?" (chi ne trae vantaggio?) è sempre una domanda intelligente

Forse il nome di Joseph Overton a molti non dice nulla. In realtà, di per sé il personaggio non sarebbe particolarmente significativo, se non fosse che la sociologia ha dato il suo nome ad una tecnica antica di ingegneria sociale che lui ebbe modo di definire. In sintesi, si crea un caso estremo che, in realtà, è volto a spostare la “finestra” dell’accettabilità di un dato fenomeno, dal suo rifiuto alla sua normalizzazione o, addirittura, alla sua imposizione come regola.

Perdonatemi se sembro saltare di palo in frasca, abbiate la compiacenza di seguirmi qualche minuto.

Se non siamo così naif da pensare che grandi aziende che hanno raggiunto un potere senza precedenti nella storia dell’Umanità (e fatturati pari al PIL dei maggiori Paesi del mondo), pur se nate in qualche garage, siano rette da individui geniali e idealisti per puro amore della libertà e del progresso, allora possiamo anche pensare che esse curino con grande sagacia i propri interessi. E che tali interessi non coincidano necessariamente con quelli della democrazia, anche perché la democrazia, come perfino un comunista di pura fede come Marco Rizzo ha riconosciuto proprio in relazione a quanto sta accadendo negli USA, presuppone che i cittadini esprimano un proprio libero voto. E nessun manager della Silicon Valley è stato mai eletto da nessun cittadino.

Se, nell’analisi dei fatti che oggi sono cronaca, ci limitassimo a disquisire sulla regolarità o meno delle elezioni presidenziali americane, o a chiederci se i manifestanti siano entrati in Campidoglio con la forza o su espresso invito, a mio sommesso avviso ci perderemmo la sostanza e la portata storica di questi fenomeni.

Non è mia intenzione, quindi, entrare in questo ordine di discussione ma provare, invece, ad alzare lo sguardo e cercare di vedere un disegno complessivo. La cultura impoverita e lontana dalla realtà nella quale viviamo, immersi da ormai più di cinquant’anni rende molto difficile questo esercizio. Siamo stati lungamente condizionati a pensare ad uno spontaneismo sciocco da “fantasia al potere” e forzatamente disabituati a ragionare in termini di prospettiva storica concreta. Molti di coloro che hanno reagito a questi condizionamenti sono caduti nelle teorie del complotto variamente coniugate, dai no-qualcosa ai “complottisti” ad ogni costo. E il potere culturale non ha esitato ad appoggiare o ridicolizzare gli uni e gli altri a proprio tornaconto, al punto tale che è diventato molto difficile esprimere una posizione indipendente e libera, perché si viene ricacciati automaticamente in categorie che delegittimano la libertà di pensiero. Stanno venendo a mancare persino le parole adeguate, per esprimere un “dissenso” dalle posizioni che la “cultura” dominante ha categorizzato e imposto. L’antilingua ci sta facendo prigionieri.

La Germania del secolo scorso ha già attraversato queste fasi. “I limiti della mia lingua significano i confini del mio mondo», scrive Wittgenstein nel 1921. “La lingua è più del sangue”: con questa frase di Franz Rosenzweig si apre La Lingua Tertii Imperii di Victor Klemperer. Prima di invadere l’Europa, il Nazismo occupò la lingua tedesca: gradualmente privati di parole estranee alla propaganda del Reich, i cittadini degenerarono presto a sudditi obbedienti, proprio a causa della difficoltà di formulare un pensiero autonomo o alternativo a quello del regime.

La vera ragione per la quale veniamo indotti a baloccarci con le polemiche sui voti spostati da un candidato all’altro o sui moti insurrezionali di Washington è secondo me questa: tenerci occupati a polemizzare mentre qualcuno persegue i suoi propri obiettivi.

Questo non significa che i brogli elettorali non possano essere reali, né che ci siano stati realmente dei morti nei disordini di Washington. Certo, pensare che una folla disarmata acceda in modo così platealmente facile in un luogo per il quale esistono misure di sicurezza calibrate su Al Qaeda riesce piuttosto difficile, e questo dovrebbe pur stimolare qualche riflessione. Ma non sul piano tecnico delle misure di security e di intelligence, piuttosto sul piano della strategia.

Qui, come spesso succede, gli antichi Romani ci vengono in aiuto (sarà per questo che hanno voluto abolire il latino nelle scuole medie negli anni ’70?). La domanda vera è: cui prodest? Chi ne trae vantaggio?

E qui rientra Overton dalla sua finestra.

Oggi stiamo accettando che un pugno di società private, che di fatto controllano i più diffusi social media, inibiscano al Presidente degli Stati Uniti d’America e a tutta la sua famiglia l’uso di strumenti di comunicazione che sono di pratica quotidiana per chiunque. E c’è anche chi, come Gad Lerner, plaude a questo abominio chiedendosi perché non si sia provveduto prima! Per contro, un Cacciari -da filosofo- se ne dice orripilato. Mai avrei pensato in vita mia di essere d’accordo con Cacciari e Rizzo, che certo non entrano nell’Olimpo dei miei miti culturali, convinto come sono che accostare materialismo storico e libertà sia un ossimoro.

Oggi Overton -altro radicale che pensava ad un ben diverso uso della sua finestra- spiega cosa stia accadendo davvero. Accettando l’assurdo che il Presidente degli USA in carica sia censurato e zittito, stiamo rendendo lecito e normale che chiunque di noi lo sia in un futuro assai più prossimo di quanto molti di noi pensino. Accettando che sia altrettanto zittita e censurata la sua famiglia, sto accettando che se le mie idee non dovessero essere gradite ad un magnate dei social i miei figli non possano più usarli.

Se pure obnubilati dalle fantasiose teorie liberal, sedati da un pacifismo unilaterale abbastanza idiota, costretti da un politically correct che ci separa dalla realtà vera, abbiamo il dovere di svegliarci dal sonno della ragione e della coscienza e cominciare a pensare di combattere per conservare la nostra libertà.

“Presto dovremo affrontare la scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile”. Ha ragione Harry Potter.

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