
Come cantavano 30 anni fa Nat “King” Cole e sua figlia Natalie Cole, il 2020 sarà un anno INDIMENTICABILE (Unforgettable) a causa della pandemia legata al virus SARS-CoV-2, che in Italia ha interessato più di 2 milioni di persone con oltre 75.000 decessi causati dalla malattia e nel mondo ha colpito 86 milioni di persone causando quasi 2 milioni di morti.
Certamente non è la prima della storia e probabilmente non sarà neanche l’ultima, ma i grandi passi in avanti della medicina e della farmacologia ci rendono meno disponibili ad accettare le conseguenze di una tale epidemia nei confronti della quale ci siamo trovati impreparati.
Basterebbe ricordare la peste nera, che nel XIV secolo in Europa fece 50 milioni di vittime o più recentemente (1918) l’influenza spagnola, per la quale morirono tra 20 e 50 milioni di persone (che secondo alcuni furono addirittura 100 milioni), o negli ultimi anni il virus HIV che sembra abbia causato circa 25 milioni di vittime.
Ma oggi riteniamo impossibile che non si sia ancora trovata una cura efficace e soprattutto che non si sia ancora realizzata una campagna vaccinale che ci metta al riparo dal virus del Covid-19, come avviene nel caso dell’influenza. Nel mondo di vaccini allo studio ce ne sono almeno un paio di decine e sono in corso le procedure di valutazione da parte degli Organi competenti che ad oggi ne hanno autorizzati alcuni. Ma SARS-Cov-2 non ha bisogno di autorizzazioni e continua a mietere vittime in modo crescente.
La variabile tempo purtroppo “non fa sconti” e se l’Informatica e l’Intelligenza Artificiale hanno accelerato moltissimo i processi di ricerca, la sperimentazione sull’uomo rimane condizionata dalla sua natura fisica e biochimica che richiedono una “tempistica tradizionale”.
Quindi ad oggi, e verosimilmente per buona parte del 2021, l’unica “arma” che abbiamo avuto ed abbiamo a disposizione per contrastare la diffusione Covid-19 è la “difesa passiva” MID: mascherine, igiene personale, distanziamento. E vi posso assicurare per esperienza personale che “SI – PUÒ – FARE !”. Infatti all’inizio della pandemia mia moglie farmacista ha contratto il virus (per fortuna senza conseguenze) ed io sono dovuto rimanere chiuso in casa con lei per 3 settimane in completo isolamento riuscendo con il MID ad evitarmi la malattia.
Certo il MID non è scontato e può bastare una distrazione per “aprire le porte al virus” con conseguenze difficilmente prevedibili.
È questo il principale motivo per cui l’epidemia non viene sufficientemente contenuta ed anzi con una periodicità semestrale, o come si dice “ad ondate”, riprende vigore causando nuove e più numerose vittime, come possiamo verificare dai numeri anche in Italia.
A seguire è riportata la tabella riassuntiva dei dati diffusi ufficialmente dal Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità, con una aggregazione settimanale, relativi a tutto il 2020 (1 marzo 2020 – 3 gennaio 2021).

Come si vede dai dati della tabella, nel nostro Paese nella prima settimana di pandemia avevamo:

e dopo “DUE ONDATE” (come vedremo tra poco su base grafica) si è arrivati in 45 settimane a:

Ci sono voluti 27 milioni di tamponi per evidenziare 2.155.446 di casi del morbo che, come detto in apertura, ha causato ad oggi 75.332 decessi e 1.503.900 guarigioni.
Anche scorrendo lungo le colonne della tabella, si possono vedere i picchi delle “due ondate” con un livello dei decessi che è letteralmente “schizzato” alla 4^ settimana di marzo al 6,2% dei casi totali (prima “gobba”) per ridiscendere fino allo 0,015% a fine agosto e per riprendere vigore fino allo 0,33% a metà novembre (seconda “gobba”) scendendo nuovamente allo 0,16% alla fine dell’anno.
Anche le guarigioni hanno registrato “due picchi” con un valore massimo dell’11% a seguito della “prima ondata” ed un valore dell’11,4% a seguito della “seconda ondata.
Ma guardiamo cosa è avvenuto in questo anno con l’aiuto alcuni grafici a doppia scala che, utilizzando sempre su base settimanale gli stessi numeri della tabella, meglio ci rappresentano l’andamento dei parametri misurati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.

Iniziamo con il grafico dei valori settimanali (da domenica a domenica) relativo agli Attualmente Positivi e Valori Cumulati che hanno caratterizzato la pandemia, per 45 settimane, dal primo di marzo 2020 fino a domenica 3 gennaio 2021.
Come si vede dal grafico, a partire dall’inizio di marzo, il primo “picco” relativo ai positivi è stato toccato alla 5^ settimana (fine marzo) con +27.242 unità mentre il valore cumulato massimo si è registrato alla 8^ settimana (metà aprile) con 108.256 positivi. Dalla 5^ alla 11^ settimana (inizio maggio) c’è stata una progressiva riduzione fino ad arrivare al valore negativo di -16.855. Dalla 11^ settimana in poi assistiamo ad una inversione di tendenza fino a ritornare a valori molto bassi alla 21^ settimana (metà luglio) con -739 positivi, mentre il valore cumulato raggiunge il minimo alla 23^ settimana (inizio di agosto) con 12.455 positivi. Dalla 21^ fino alla 25^ (metà agosto) c’è stata una sostanziale stabilità degli attualmente positivi con valori minimi. Successivamente vi è una ripresa moderata del numero dei casi fino alla 31^ settimana (fine settembre) con +5.520 unità ed un valore cumulato di 49.617. A partire dall’inizio di ottobre e fino all’inizio di novembre la crescita diventa esponenziale (+180.507 positivi alla 37^ settimana) ed il valore cumulato arriva a 558.635 unità. Dalla 38^ alla 42^ settimana (metà dicembre) c’è stata una nuova riduzione dei casi fino ad arrivare al valore negativo di -69.275. A partire dalla 43^ settimana assistiamo ad una inversione di tendenza fino a ritornare ai valori molto bassi della 45^ settimana (fine dicembre – inizio gennaio) con -5.546 positivi, mentre il valore cumulato raggiunge il minimo alla 23^ settimana (inizio di agosto) con 576.213 positivi.

Un dato molto interessante da osservare è quello relativo ai Guariti e Deceduti che hanno caratterizzato la pandemia nell’anno appena trascorso.
Come si vede dal grafico il primo “picco” relativo ai decessi è stato toccato alla 5^ settimana (fine marzo) con +5.303 unità. Dalla 5^ alla 27^ settimana (fine agosto) c’è stata una progressiva riduzione fino ad arrivare a +40 decessi settimanali. A partire dalla 28^ settimana vediamo una ripresa continua del numero di decessi che si “impennano” a partire dalla 35^ settimana fino ad arrivare al valore di +5.174 alla 41^ settimana (fine novembre). Nel mese di dicembre vi è una progressiva riduzione dei decessi arrivando al valore di 3.407 di fine anno.
Per quanto riguarda le guarigioni si ha un andamento simile, con una certa “isteresi temporale”, che vede una crescita progressiva fino alla 11^ settimana con +23.532 guariti, per poi diminuire in modo quasi “speculare” fino alla 22^ settimana con +1.427 unità, valore che si è più o meno stabilizzato fino alla 28^ quando, a seguito della ripresa dei contagi, sono cresciute anche le guarigioni che salgono progressivamente fino al valore di +26.177 della 36^ settimana e si “impennano” fino alla 40^ raggiungendo le 181.405 unità, per poi ridiscendere a fine anno a 109.889.

Un aspetto particolarmente “critico” nella gestione dei casi di Covid-19 è stato ed è tutt’ora quello relativo alle Terapie Intensive.
Come si vede dal grafico il primo “picco” si è verificato alla 6^ settimana con un valore Cumulato di 3.977 unità e un incremento settimanale massimo alla 4^ settimana con 1.337 terapie intensive. Dalla 6^ alla 23^ settimana c’è stata una progressiva riduzione fino ad arrivare al valore cumulato di 42 unità all’inizio di agosto (23^ settimana) ed è ripresa la richiesta a partire dalla 24^ settimana con una nuova impennata nelle settimane dalla 33^ alla 37^ arrivando ad una domanda di 810 unità (inizio ottobre-inizio novembre) e ad un valore cumulato di 2.749 unità. Da metà novembre la richiesta di terapie intensive ha “cambiato segno” fino alla 43^ settimana arrivando a -415 verso metà mese per riprendere ad aumentare successivamente sino al valore di +3 di fine anno.

Chiudiamo questo breve excursus numerico con l’andamento dei Casi totali (e relativi valori cumulati) che hanno caratterizzato nel 2020 la pandemia a partire dall’inizio di marzo per 45 settimane.
Anche in questo caso la rappresentazione grafica ci aiuta a valutare il fenomeno attraverso l’andamento dei valori settimanali.
Come si vede dal grafico il primo “picco” è stato toccato alla 5^ settimana (+38.551) con un valore Cumulato di 97.686 unità (fine marzo). Dalla 5^ alla 19^ settimana c’è stata una progressiva riduzione fino ad arrivare al valore cumulato di 241.608 Casi (inizio di luglio). Successivamente è ripresa la crescita, in un primo periodo “contenuta” (tra la 19^ e la 30^ settimana), che è diventata esponenziale a partire dalla 31^ settimana con un nuovo “picco” alla 38^ settimana arrivando ad un incremento dei casi di 243.425 unità di metà novembre e ad un valore cumulato di 1.178.875. Nella seconda parte del mese di novembre la crescita dei casi va progressivamente ridimensionandosi fino alla 44^ settimana con 94.511 unità per avere un nuovo rialzo di fine anno a 107.750 Casi ed un valore cumulato di 2.155.443.
In conclusione, appare evidente in tutta la sua portata l’impatto della pandemia che nel 2020 abbiamo dovuto fronteggiare con “alti e bassi” in Italia così come nel resto del mondo. Nel nostro Paese si è cercato in tutti i modi di contenere la diffusione del virus e di ridurre gli effetti negativi sulla società e sull’economia. Purtroppo non possiamo ancora dire di esserne fuori e solo con la campagna vaccinale che si svilupperà nel corso del 2021 potremo far sì che SARS-Cov-2 diventi un brutto ricordo.