
Per comprendere un istituto e approfondirlo è necessario ricostruire la sua genesi e quindi capirne l’origine mitologica ripercorrendo le fasi del suo sviluppo eroico.
Sebbene il fenomeno sia solo recentemente esploso, l’e-commerce esisteva già agli albori dell’era del Web. Già nella comunicazione della Commissione Europea COM (97) 157 del 15 aprile 1997, si rinviene una definizione del fenomeno di commercio elettronico che viene descritto come lo svolgimento di attività commerciali per via elettronica.
In questa sede, la Commissione rilevava che da molti anni le imprese si scambiavano dati commerciali su varie reti di comunicazione senza dare, però, luogo al fenomeno che noi oggi conosciamo. Le tecnologie del Web 1.0, limitavano fortemente lo sviluppo dell’e-commerce essendo pensate per un mero scambio di dati e informazioni e non per vendere e offrire beni e servizi online.
Tuttavia, l’evoluzione della tecnologia basata sulla Rete ha portato inevitabilmente a questo sviluppo. Ben presto, infatti si è affermato il fenomeno dell’e-commerce come noi lo conosciamo e hanno iniziato a proliferare diversi siti di annunci che facilitavano la conclusione delle operazioni di vendita di beni e servizi online.
Successivamente, questi siti evolvevano in servizi che permettevano la conclusione di transazioni commerciali che si perfezionavano online anche grazie all’affermazione di sistemi di pagamento elettronico e alla digitalizzazione di beni e servizi come, primi fra tutti, programmi per PC, musica, film e altri contenuti multimediali.
Gli imprenditori più coraggiosi potevano raccogliere ordini e distribuire online contenuti digitali, trasferire fondi, operare la compravendita di azioni e vendere polizze di carico, operare vendite all’asta, vendere direttamente al consumatore e offrire servizi di post-vendita online.
In questo contesto si sono affermati, grazie alle evoluzioni delle tecnologie della società dell’informazione, i cybermediary – di cui Amazon e E-bay sono diventati gli esponenti più in vista – e il Web partecipativo – grazie alle recensioni lasciate online dai consumatori – ha offerto possibilità di limare l’asimmetria informativa dei rapporti di consumo, permettendo lo sviluppo del modello economico.
Le piattaforme online permettevano al Web 1.0 di evolversi nel Web 2.0, o partecipativo, come oggi noi lo conosciamo.
Grazie alle dinamiche partecipative del Web. 2.0, l’e-commerce è diventato il luogo ideale per commercializzare e vendere servizi non solo propri, ma anche di terzi per i quali la vendita online poteva rappresentare un ulteriore canale di commercializzazione.
In questo contesto si sono affermati i colossi del web che, tuttavia, continuavano a fare paura a molti imprenditori che erano ancora restii a vendere online sentendosi privi di tutela. Tuttavia, grazie all’apporto dei cybermediary, la fiducia dei consumatori nel commercio online stava progressivamente crescendo, anche se l’e-commerce non aveva ancora raggiunto il proprio picco.
Fino all’inizio del 2020, prima della gravissima crisi pandemica, l’e-commerce continuava a rappresentare un’opportunità per pochi coraggiosi e incuteva un certo timore per gli operatori economici, rappresentando un campo esotico e inesplorato per molti e in Paesi poco innovativi – come l’Italia – ha continuato a rappresentare una nicchia di mercato.
Solo l’attuale crisi pandemica ha cambiato le carte in tavola spingendo verso una rivoluzione culturale, guidando una necessaria transizione verso un modello di vendita online e accelerando il processo di evoluzione dei rapporti di consumo già in atto.
L’e-commerce da opportunità per pochi è diventato – a causa del Covid-19 e delle misure restrittive imposte – una necessità, e gli imprenditori – costretti a chiudere la propria attività fisica – hanno scoperto così le potenzialità che il commercio online offre a chi le sa cogliere nell’era del distanziamento sociale.
I consumatori d’altro canto, inizialmente loro malgrado, sono stati costretti ad acquistare online beni e servizi, hanno così scoperto i vantaggi del commercio elettronico e hanno vinto la sfiducia che ancora li tratteneva dall’effettuare acquisti online.
Gli stessi enti pubblici hanno dovuto permettere ai cittadini di fruire dei servizi direttamente online dai loro siti istituzionali o attraverso specifiche applicazioni con risultati, spesso, non sempre esaltanti.
La pandemia, pertanto, ha messo a nudo il Re e ha dimostrato come senza la tecnologia e la Rete saremmo inermi, accelerando di fatto sia la rivoluzione culturale sia il processo economico già in atto.