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La concorrenza sleale di Ticketmaster

L’erba dei vicini è sempre più verde. È quello che avranno pensato in Ticketmaster, la società americana di vendita di biglietti della multinazionale Live Nation Entertainment, appartenente al gruppo Liberty media, sorpresa a violare ripetutamente i sistemi informatici della concorrente CrowdSurge, acquisita da Warner Music Group nel 2017, dopo aver assunto un ex dipendente per entrare nei suoi sistemi ed ottenere informazioni dettagliate sulle operazioni dell’azienda.

Purtroppo per loro, sono stati scoperti nel 2017 e citati in giudizio per violazione delle regole antitrust: CrowdSurge ha accusato Ticketmaster di aver avuto accesso a piani aziendali riservati, contratti, elenchi di clienti e credenziali degli strumenti CrowdSurge.
Live Nation è stata processata da parte del Dipartimento di Giustizia statunitense che ha riconosciuto, come ha affermato il procuratore Seth DuCharme, che “I dipendenti di Ticketmaster hanno acceduto ripetutamente – e illegalmente – ai computer di un concorrente senza autorizzazione utilizzando password rubate per raccogliere illegalmente informazioni di business aziendale, tenendo sfacciatamente un summit a livello di divisione in cui le password rubate sono state utilizzate per accedere ai computer della società vittima”.

In particolare, la pubblica accusa dell’Eastern District di New York ha ricostruito che Stephen Mead, ex direttore generale delle operazioni statunitensi di CrowdSurge, dopo essere stato assunto da Live Nation nel 2013, ha condiviso con Zeeshan Zaidi, a suo tempo capo della divisione servizi per gli artisti di Ticketmaster, e un altro dipendente le password ad Artist Toolbox, un’app interna a CrowdSurge che forniva dati in tempo reale sui biglietti venduti tramite la società vittima.

Oltre al furto di password, Mead è stato anche accusato di aver fornito documenti finanziari interni e riservati sottratti al suo ex datore di lavoro, nonché gli URL per le bozze di pagine web per l’emissione di biglietti in modo da sapere quali artisti intendevano utilizzare CrowdSurge per vendere biglietti e dissuaderli da ciò con offerte economicamente più allettanti.

Sono state inoltre rinvenute diverse email interne dei dirigenti di Ticketmaster in cui si palesava l’intento di “rubare” alcuni clienti esclusivi della concorrenza, così da tagliare le gambe al loro business.

Live Nation è stata condannata il 30 dicembre scorso a pagare una multa di 10 milioni di dollari, briciole rapportate al suo fatturato che si aggira sui 10 miliardi, nonché obbligata ad adottare compliance ed etica aziendale, volte a rilevare e prevenire eventuali tentativi di acquisizione illegale di informazioni riservate dei competitors ed a presentare annualmente un report alla Procura federale sull’andamento di tale monitoraggio.

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