
Può una Banca Centrale perdere 67 miliardi di dollari? Difficile ma non impossibile, specialmente per via dell’aleatorietà del mercato mobiliare verrebbe da dire. Può la stessa Banca Centrale perderli invece in contanti? Se fino a ieri chiunque avrebbe giurato fosse impossibile, dopo questa vicenda dovrà ricredersi.
Un rapporto del Public Accounts Committee (PAC) del Parlamento inglese, l’equivalente della nostra Commissione Finanze, ha scoperchiato il vaso di pandora sull’ammanco verificatosi nell’ultimo anno in Inghilterra ed un editoriale del New York Times ha messo in cattiva luce la Banca d’Inghilterra, evidenziando come la stessa non si preoccupi di scoprire dove siano finite tutte quelle banconote. Secondo la PAC 50 miliardi di sterline in contanti recentemente non sono più in circolazione, finendo per essere nascosti in risparmi non dichiarati delle famiglie – i c.d. soldi sotto il materasso – o utilizzati per scopi più nefasti.
Meg Hillier, presidente della Commissione in questione, ha dichiarato che “50 miliardi di sterline sono nascosti da qualche parte, ma la Banca d’Inghilterra non sa dove, da chi o per cosa, e non sembra molto curiosa di scoprirlo, preferendo un approccio laissez-faire”…temendo che il divario tra le banconote in circolazione e quelle effettivamente utilizzate sia legato alla criminalità organizzata.
Degli oltre 70 miliardi di sterline in circolazione in Gran Bretagna, il rapporto ha rilevato che solo un quarto circa è stato speso nei negozi e per altri acquisti, mentre il resto è sparito. La crisi pandemica ha portato a uno stop dei consumi in tutto il globo, accelerando al contempo il risparmio.
La Banca Centrale inglese ha dichiarato che non vi è alcun rischio di non riuscire a soddisfare la domanda pubblica di banconote, rimproverando poi la Commissione per un’ingerenza ingiustificata, sottolineando infine come ciascun cittadino sia libero di tenere in casa, o nascosti in altro luogo, i propri risparmi. Uno dei motivi di tale corsa al risparmio, secondo gli analisti, potrebbe essere che i tassi di interesse, che sono stati bassi negli ultimi anni, quest’anno sono stati ulteriormente tagliati per rilanciare l’economia britannica, scendendo a 0,1%, facendo sì che non vi sia alcuna differenza se i risparmi sono tenuti in conti correnti bancari e postali o in casa.
La Banca d’Inghilterra ha infine chiarito che la quantità di banconote utilizzate per le transazioni in Gran Bretagna – circa il 20-25 per cento di tutto il contante in circolazione – è ampiamente in linea con le altre principali economie.