
Nei maggiori siti di informazione, oggi è stato pubblicato un interessante video promosso dal governo tedesco.
Un filmato di un minuto e mezzo che proviene dal futuro nel quale, un distinto signore di oltre 70 anni, racconta quello che successe durante l’inverno del 2020.
“Era nell’inverno del 2020. Credo. E tutti gli occhi del Paese erano su di noi. Avevo appena compiuto 22 anni, studiavo ingegneria a Chemnitz, quando arrivò la seconda ondata. 22 anni… a quell’età vuoi far festa, studiare, conoscere nuova gente. Cose così. Andare a bere con gli amici.
Ma il fato aveva in serbo altro, per noi.
Un pericolo invisibile minacciava tutto quello in cui credevamo. All’improvviso il destino della nostra nazione era nelle nostre mani.
Abbiamo raccolto tutto il nostro coraggio e abbiamo fatto quello che ci si aspettava da noi.
L’unica cosa giusta da fare. Noi l’abbiamo fatta…”
Fine prima parte, tempi perfetti, siamo esattamente a metà del filmato, interruzione della musica epica che ci aveva accompagnato fino ad adesso e che faceva presagire a chissà quale finale, ed invece niente di quello che ci aspettavamo, tutt’altro; un flashback improvviso ed eccoci trasportati nel 2020 dove appare un giovane sdraiato sul divano con in mano un telecomando e la voce del nonno tedesco che, con tono diverso, riprende il racconto:
“Ossia: assolutamente niente. Siamo stati pigri come procioni. Giorno e notte abbiamo tenuto le chiappe a casa, è così che abbiamo combattuto la diffusione del virus.”
E mentre il giovane degli anni ’20 beve bibite e mangia schifezze, sempre rigorosamente sul divano, ecco il vero colpo di genio dell’autore.
“Il divano era il nostro fronte, la pazienza la nostra arma.” Per poi concludere con “Sapete, ogni tanto mi viene da sorridere ripensando a quei tempi. Quello era il nostro destino. Così diventammo eroi, in quell’inverno del Coronavirus, nel 2020.”
Fine. Musica che aumenta e scritta istituzionale che appare con tanto di logo nazionale: “Diventa anche tu un eroe e rimani a casa. Insieme contro il coronavirus”.
Sono senza parole, sospeso tra l’entusiasmo e la delusione, non so se apprezzarlo oppure criticarlo.
Di sicuro anche noi ricorderemo quell’inverno del 2020 (ma anche l’estate) e sicuramente ci verrà da sorridere ripensando a quel periodo, ripenseremo però a quei banchi a rotelle fondamentali per garantire la riapertura delle scuole, ripenseremo, alle minacce di utilizzare i “lanciafiamme” se non fossimo rimasti a casa, ai camici e alle mascherine, ai canti dai balconi, agli incarichi affidati ai vari commissari, agli imbuti da riempire, alle autocertificazioni, ai sabati sera passati davanti la televisione a sentire le conferenze stampa del Presidente del Consiglio e subito dopo a cercare in rete le prime versioni dell’ultimo DPCM per capire se aprire o no la propria attività e se mandare a scuola i propri figli il giorno dopo; sorrideremo, molto, pensando a quanti esperti si sono alternati con varie dichiarazioni sull’epidemia, affermando il tutto e contestualmente il contrario di tutto.
Sorrideremo ripensando alle varie chat su WhatsApp, dove alcuni (molti) ebbero la possibilità di mostrare impensabili anzi, improvvisate, “competenze” vivendo irripetibili momenti di gloria.
Si, sono convinto che ci verrà sicuramente da sorridere, purtroppo. In Europa siamo stati i primi ad essere travolti dalla pandemia, avevamo un “vantaggio” (se così lo possiamo definire) che non siamo riusciti a sfruttare, ci siamo lasciati sfuggire una buona occasione. Abbiamo perso la fiducia e adesso con difficoltà, con molta difficoltà, riusciamo ad essere ottimisti per il futuro.
Ecco, proprio questo mi ha lasciato incapace di giudicare questo video, forse perché invidioso di quella serenità e quell’ironia presenti nel racconto del protagonista, al momento inimmaginabili.
Sicuramente, soprattutto per i giovani, il divano è un nuovo fronte e la pazienza l’arma più potente, ma non sarà possibile fare affidamento solo a questi eroi, c’è bisogno d’altro, c’è bisogno di serietà e competenza, se vogliamo che l’inverno del 2020 diventi, presto, solo un ricordo.
Dimenticavo, ma non eravamo noi Italiani un popolo di creativi che adoravano passare le giornate senza fare niente, magari sdraiati sul divano?