TECNOLOGIA

Due Portland, stessa visione. No al riconoscimento facciale

Negli USA durante il weekend e fino a martedì la popolazione è stata impegnata non solo con le elezioni presidenziali ma anche con il rinnovo di tutti i 435 seggi della Camera, un terzo di quelli del Senato, l’elezione dei governatori locali e con ben 129 referendum in 35 Stati.

Nel weekend a Portland, nel Maine, si sono svolti ben cinque referendum popolari, in parte osteggiati dai membri dell’esecutivo locale e da alcuni lobbisti che hanno speso milioni di dollari nel vano tentativo di screditare mediaticamente le proposte, specialmente quelle riguardanti le politiche abitative e quelle salariali.

Ma con il secondo dei cinque referendum i cittadini di Portland si sono opposti all’utilizzo del facial recognition da parte degli agenti di polizia.

Avevamo già parlato degli studi che hanno scoperto come le tecnologie possono promuovere la profilazione razziale e le disparità nella giustizia penale, tendendo ad identificare erroneamente le donne e le persone di colore, causando migliaia di arresti ingiustificati, ma l’esito del referendum rappresenta una vittoria per la tutela dei diritti di tutti i cittadini nei confronti delle condotte delle forze dell’ordine, facendo di Portland l’ultima di una lunga lista di città degli Stati Uniti a vietare le tecnologie di riconoscimento facciale.
In particolare si prevede che verrà rafforzato il divieto dell’uso della tecnologia di sorveglianza del riconoscimento facciale da parte della polizia e di altri funzionari pubblici.


Il governo locale già lo scorso agosto aveva concordato una sospensione dall’utilizzo dei software di riconoscimento facciale nell’attività di polizia criminale, con l’intesa che l’eventuale esito positivo del referendum avrebbe sostituito la loro ordinanza.
Ora che è stato approvato, il provvedimento non potrà essere toccato per almeno cinque anni.

La nuova misura permetterà ai cittadini-vittime di citare in giudizio la municipalità di Portland per sorveglianza illegale chiedendo un risarcimento tra 100 dollari a 1.000 dollari per ciascuna violazione. Non potranno essere utilizzate le prove acquisite attraverso tali tecniche poiché ottenute illegalmente e la violazione dell’ordinanza sarà d’ora in poi motivo di sospensione o di licenziamento, qualora reiterata, per i funzionari della città.

A settembre invece nell’omonima e ben più nota città, la capitale dell’Oregon, era stato approvato, dopo un lungo iter iniziato a novembre 2019, quello che è stato definito come “il più severo divieto municipale di riconoscimento facciale del paese”, che colpisce non solo i soggetti pubblici ma anche le imprese private, mettendo al bando le tecnologie di riconoscimento facciale da alberghi, ristoranti e negozi a partire dal 2021, prevedendo multe di 1000 dollari al giorno per ciascuna infrazione.
L’ordinanza in questo caso è stata adottata perché secondo il consiglio comunale “le comunità nere, indigene e di colore sono state sottoposte a una sorveglianza eccessiva e all’impatto disparato e dannoso derivato dall’uso improprio della sorveglianza“. Aggiungendo che è stato documentato come le tecnologie per il riconoscimento dei volti “danno vita ad un’inaccettabile discriminazione razziale e di genere” motivo per cui la città “deve adottare ogni misura precauzionale fino a quando queste tecnologie non saranno certificate e sicure da usare e le questioni relative alle libertà civili non saranno risolte”.

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