
“L’economia del benessere, che prende il nome dal titolo di un celebre libro dell’economista del Regno Unito Arthur Cecil Pigon, The Economics of Welfare, è una disciplina dell’economia che studia le ragioni e regole di fenomeni sociali al fine di formulare soluzioni tali da tendere ad una situazione di ottimo sociale”.
È questa la definizione che troviamo su Wikipedia Alla voce “Economia del benessere” Ed è questo uno dei temi/ Problemi che ci troviamo ad affrontare in questi mesi, da quando è scoppiata nel mondo la pandemia dovuta al virus SARS-Cov-2 e cerchiamo di individuare i criteri migliori per effettuare le scelte ed adottare le soluzioni che riguardano i cittadini, le imprese, gli studenti e la Società più in generale.
Il termine “economia del benessere” contiene una prima indicazione importante e cioè quella che l’approccio verso il problema deve essere di tipo “economico” nel senso classico del termine e non puramente “finanziario” o “monetario” che dir si voglia.
La differenza fondamentale tra i 2 termini riguarda la finalità che viene presa in considerazione che deve essere quella della collettività e non di questa o quella categoria di interesse.
Per dirlo in altri termini, è l’interesse del Paese che viene messo avanti a tutto, valutando opportunamente tutti i costi ed i benefici che le scelte da effettuare comportano, considerando attentamente anche le possibili alternative esistenti per il raggiungimento dei medesimi risultati e soppesando con altrettanta attenzione ed oggettività anche i rischi che le diverse soluzioni possono comportare.
Per chi si intende di analisi economiche, i concetti espressi sono quelli che stanno alla base della cosiddetta “Analisi Input-Output” teorizzata da numerosi economisti primo fra tutti Wassily Leontiev, scienziato russo di fama mondiale, naturalizzato statunitense, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 1973.
Il sistema Input-Output, per dirla in poche parole, considera l’Economia di un Paese, o comunque di una realtà ben individuata, come un modello in cui si realizzano i flussi di beni e servizi tra tutti i settori di produzione e di consumo, considerando, insieme a fattori e consumi finali, anche fattori e consumi intermedi.
Questa modellistica, tutt’altro che semplice da definire in tutte le sue componenti, ma che con l’ausilio dell’informatica e dei Super Calcolatori permette affinamenti molto sofisticati, potrebbe/dovrebbe costituire un utile e valido supporto alle scelte e alla programmazione da fare in molti settori ed in tutte quelle occasioni in cui è necessario considerare i bisogni e gli interessi della collettività, studiando gli effetti che si producono con una diversa composizione dei fattori che entrano in gioco e valutando gli effetti delle possibili politiche economiche e sociali che riguardano la domanda finale, gli investimenti pubblici, le strategie industriali, le scelte in materia di ambiente e, perché no, la sicurezza nazionale e le libertà fondamentali in tempi di Covid.