
Il bonus per la connettività e l’acquisto di pc o tablet è certamente un ottimo strumento per determinare un decisivo cambio di passo in termini di progresso tecnologico del paese. In questa prima fase di applicazione il governo ha deciso di rivolgersi alle famiglie con ISEE inferiore o uguale a 20mila euro e che siano sprovviste di connessione o dotate di connessione inferiore ai 30Mbps. Dei 500 euro previsti 200 sono per internet e 300 per pc o tablet.
Attualmente i principali operatori telefonici (TIM, Wind3, Vodafone) pur avendo istituito sulle proprie pagine web una sezione informativa relativa al bonus, consentono di usufruirne in realtà solo a chi sia completamente sprovvisto di rete internet. Viene quindi legato l’uso del voucher alla sola attivazione di una nuova numerazione, ovvero un nuovo contratto.
È lecito domandarsi se i provider non stiano approfittando della libertà in termini organizzativi fornita dal Ministero per erodere buona parte delle risorse (o tutte?) per l’acquisizione di nuovi clienti a scapito di chi, essendo in possesso di una connessione sotto i 30Mbps, avrebbe parimenti diritto al bonus. Questi ultimi infatti godrebbero di un adeguamento tecnologico (connessione a 100Mbps o fibra a 1Gbps) ma non determinerebbero alcun beneficio economico per il proprio operatore di riferimento.
C’è da dire che gli operatori telefonici non sono nuovi alla predisposizione di procedure a dir poco creative per accrescere i loro profitti a danno dei consumatori. Chi vi scrive ad esempio, come molti di voi, sta ricevendo il rimborso della fatturazione-truffa a 28 giorni con una rateizzazione che assicura ben 2 euro al mese per 20 mesi. Come se non bastasse non oso domandare cosa succederebbe ai miei soldi qualora dovessi cambiare operatore prima di questi 20 mesi.
Non ci resta che attendere quali saranno le determinazioni del Ministero in proposito, nella speranza che il dubbio sollevato costituisca solo una ricostruzione forzata dei fatti, specchio di un’organizzazione ancora imperfetta.