
Se consultate i dati della IATA (International Air Transport Association) potreste anche mettervi a piangere. Sono lo specchio della grave crisi che sta attanagliando il mondo intero a causa della pandemia. Con diverse sfumature, con modalità diverse tutte le cifre mostrano una situazione preoccupante ed in alcuni casi devastante. Il trasporto aereo mondiale perderà nel 2020 84,3 miliardi di dollari. Il traffico passeggeri ha subito una flessione del 66%. Le Compagnie aeree sono state tenute in vita dai sussidi Governativi che ammontano ad oltre 160 miliardi di dollari tra iniezione di denaro diretto, aiuti per i salari del personale e sgravi fiscali.
La seconda ondata del Covid ha spento le speranze estive di una ripresa conseguente ad una attenuazione del virus. Nel complesso i voli di lungo raggio sono fermi al palo e quelli di corto hanno coefficienti di riempimento molto bassi. Le Compagnie hanno bruciato gli aiuti governativi e l’Inverno che hanno innanzi a loro è uno dei più duri degli ultimi decenni.
Ryanair ha annunciato che taglierà il 60% del suo operativo e chiuderà alcune sue basi come Corck, Shannon e Tolosa.
ANA la più grossa Compagnia Giapponese ridurra del 50% la sua flotta di Lungo Raggio.
Air Astana, la Compagnia di bandiera del Kazakistan su ordine del Ministero della Salute taglierà, nei prossimi giorni, i suoi voli di lungo raggio verso la Turchia,gli Stati Emiratini,l’Ukraina e la Germania.
Anche le previsioni per il Medio Oriente e l’Africa sono riviste al ribasso e nel 2020 il traffico complessivo raggiungerà solo il 30% dei livelli del 2019.
Standard&Poor’s ha abbassato il rating di tutte le Compagnie Americane:Delta da BBB- a BB; United da BB a B+; e American la più grossa delle major Americane da BB- a B- . Nel loro complesso le Compagnie Americane stanno bruciando più di 5 miliardi di dollari al mese.
A questo quadro bisogna necessariamente evidenziare la gravissima perdita di posti di lavoro dovuta sia a veri e propri fallimenti di alcune Compagnie ( la lista è lunga: Aeromexico, Air Mauritius, Air Asia Japan, Avianca, Comair, Germanwings, South African, Latam, Thai Airways, Virgin Australia. Solo per citarne alcune.), sia alle feroci ristrutturazioni. La Cathay Pacific, compagnia di Hong Kong, ha annunciato il taglio di 8500 dipendenti e per coloro che rimarranno una rimodulazione del contratto con tagli che vanno dal 40% al 60%. Prendere o lasciare.
Air France/KLM, Lufthansa e British sono sulla stessa scia, con robusti tagli di flotta e personale.
Previsioni se ne fanno poche e sono per lo più pessimistiche. Ma se vogliamo guardare a crisi passate , si ricordi che ci vollero circa tre anni dopo l’11 Settembre per ritornare ai livelli precedenti. E 7 anni dopo la crisi finanziaria del 2008. Questa crisi è molto più grave delle due appena citate.
Un’enorme barriera che limita la circolazione aerea sono le misure che ciascun paese adotta per limitare i contagi: quarantene di 14 giorni in entrata, sono la norma. Certificazioni per partire o per arrivare, con norme stringenti su come questi documenti devono essere redatti, rendono la vita dell’intrepido viaggiatore un vero inferno. Si ricordi che, in Aprile, 194 Paesi implementarono restrizioni sulle Visa e 143 chiusero le frontiere del tutto.
Ed anche quando il traffico dovesse ripartire le Compagnie si troveranno sommerse da una montagna di debiti che renderanno lo sviluppo e la riassunzione del personale molto problematica. Dire che il trasporto aereo è il settore più colpito dal Covid-19 non è una affermazione azzardata. Ed appare quanto mai necessario che le attenzioni verso il trasporto aereo ed il suo indotto non cessino.
Solo qualche mese prima che la pandemia si sviluppasse, erano allo studio delle misure per consentire il pilotaggio con un solo pilota ai comandi. Lo studio era limitato a quelle fasi di volo di lungo raggio con basso carico di lavoro. Il motivo era che il tumultuoso sviluppo del traffico passeggeri era troppo rapido rispetto alla capacità di formare nuovi piloti.
Ora tutto questo è solo un lontano ricordo.