
Cliccate un qualsiasi nome tra quelli utilizzati nel titolo, convegni, congressi, tavole rotonde. Conferenze? Troverete Eventbrite. Guardando gli appuntamenti di martedì, avremmo trovato il rendez-vous nella Sala Protomoteca del Comune di Roma. Per i lettori non romani, la protomoteca è una raccolta di statue e busti, solitamente in bronzo. La parola deriva dalla lingua greca, che con il termine protomé (tagliare anteriormente) indicava una testa umana o animale in rilievo che decorava le strutture architettoniche dell’antichità. Bene, la Sala della Protomoteca nel palazzo del Campidoglio a Roma contiene una delle raccolte più importanti . Si può fare un incontro nella Sala della Protomoteca? Prima di rispondere, addentriamoci negli obblighi richiamati al punto 5 dell’ultimo Dpcm che –esplicitamente- sopprime convegni e congressi. Non si può fare. Ma domandiamoci ancora: cos’è un convegno? Cos’è un congresso? Per rispondere dovremmo andare all’etimo. E l’etimo non ci aiuta molto quando introduciamo “meeting” in luogo di riunione. Il vocabolario della lingua latina sbiella. Troppo antico.
E il forum? Qui il vocabolario ci potrebbe essere di aiuto ma non ci dice che parentela ha il forum con il congresso? Tre possibili risposte: nessuna parentela , cugini di primo grado, marito-moglie. Proviamo con assise, distinguendo i poverelli di Assisi dai benestanti delle assise. Boh. E un focus? Un focus cos’è? Un focus è una messa sotto lente di ingrandimento di una “res” piccola-piccola che aspira a divenire grande-grande. Tavola rotonda? Di certo si distingue da una tavola quadrata , anche se non sono infrequenti tavoli rettangolari come base d’appoggio per le tavole rotonde. Il dibattito non lo prendiamo in considerazione, men che meno l’ assemblea .
Chiunque di voi fosse stato implicato lunedì in una qualsivoglia tipologia di incontri evocata , si sarebbe trovato nella gabbia del criceto. Noi ieri avevamo una tavola molto rotonda nel cuore di Roma, Piazza Montecitorio. Tavola rotonda annullata al quadrato.
Il presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli, ha sparato a palle incatenate contro il Dpcm di Giuseppe Conte: “Sono esasperato. Decine di albergatori mi chiamano disperati per gli ultimi provvedimenti del Governo”. In tempo di Covid gli albergatori hanno investito molto in misurazione di temperatura, distanziamento in platea, registrazione dei partecipanti”. Il suo pensiero è elementare. Non moriremo per gli effetti diretti del Covid, ma per quelli indiretti che Conte ci impone, come l’impossibilità di fare convegni per medici, commercialisti, avvocati. Ma in fiera si possono fare? “Siccome le fiere sono partecipate da Comuni, Regioni, Province e Camere di Commercio, si può dare “fastidio”. Maurizio Danese, presidente di Aefi, rivendica il fatto inoppugnabile che dal 1° settembre le manifestazioni in fiera “si sono svolte in tutta sicurezza”. Vero. Il direttore generale di Fiere di Bologna, Antonio Bruzzone, si è piegato fino a dire “ siamo pronti a valutare ulteriori meccanismi per diminuire la possibilità di contagio all’interno delle Fiere”, a condizione che le fiere sì, e le sagre no, i convegni no, i meeting sì, i forum sì, le assemblee no, i summit sì, i congressi no.
Giusto. Le sagre infettano, ontologicamente popolari e infettanti.
Ma torniamo alla domanda di partenza: se un giorno di autunno un qualificato imprenditore decidesse di dar vita ad un evento, un meeting, un congresso, un forum, una tavola rotonda: in quale situazione finirebbe per trovarsi in base all’ultimo Dpcm presentato ieri da Conte? The answer is blowin’ in the wind.