
Se vi dovesse capitare di sporgere denuncia per il furto di un telefonino, accertatevi che il vostro interlocutore non sia troppo corpulento, perché altrimenti potreste finire come la povera signora Castelli di Palermo.
La donna, che si era rivolta ad un Commissariato della Polizia di Stato di Palermo, in data 4 febbraio 2016, proprio per denunciare il furto del proprio telefonino, è infatti uscita dall’ufficio non sulle sue gambe, ma con un ambulanza e, tra le altre, con la frattura del trochide-omerale.
Del resto, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Palermo, il funzionario di polizia che ha scelto di celebrare il suo processo con il rito abbreviato, davanti al proprio giudice, in sede di interrogatorio si è difeso asserendo che l’incidente si sarebbe verificato “solo a causa del suo fisico prorompente”.
Proprio in considerazione della sua mole si sarebbe guardato bene dal percuotere, strattonare e spingere chicchessia.
Anzi, il grosso poliziotto si sarebbe limitato a sostenere la donna nel momento in cui la stessa si era appoggiata su di lui non riuscendo ad impedire l’evento rovinoso.
Sarà ora il giudice a dover stabilire, con sentenza prevista a gennaio 2021, la verità su cosa sia effettivamente occorso quel fatidico giorno all’interno degli Uffici della Polizia di Stato.
Per la verità, inizialmente la competente procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento scaturito dalla querela della derubata ma, a seguito della opposizione motivata dalle difese della signora, il Giudice ha indicato come giusta la strada del processo.
