
Non si tratta dell’ennesima americanata di genere poliziesco, ma di un’importante operazione internazionale, coordinata delle forze dell’ordine tedesche, compiuta dopo lunghe indagini nel deepweb nei confronti del Wall Street Market – un bazar nel deepweb oramai chiuso – dei suoi organizzatori e degli innumerevoli fruitori.
Il bilancio parla di 179 arresti distribuiti in sei paesi, 500 chilogrammi di droga sequestrati (pillole di fentanyl, di ossocone, Xanax, morfina e altri oppiacei) e 6,5 milioni di dollari in contanti ed in criptovalute confiscati.
Questa rappresenta la terza grande operazione nei confronti dei mercati illegali online, dopo quelle contro Hansa e AlphaBay.
Ma andiamo con ordine.
Nel maggio del 2019 le autorità tedesche hanno arrestato i presunti operatori del sito e due dei suoi maggiori fornitori; nella retata l’Europol riuscì a recuperare il server back-end del Wall Street Market, permettendo agli inquirenti di avere accesso ad un’infinità di prove dei traffici illegali e dei soggetti coinvolti. Spesso si tratta dei medesimi soggetti che operano contemporaneamente su più mercati illegali.
Difatti quando l’FBI chiuse AlphaBay e gli utenti si concentrarono su Hansa la polizia olandese riuscì ad analizzare il traffico dati dei fruitori, tracciare i login ed identificare coloro che acquistavano merce online.
Successivamente l’Agenzia europea di polizia ha trasmesso le notizie di reato alle autorità investigative dei vari Stati competenti, permettendo loro di perseguire i criminali.
Il direttore del FBI ha dichiarato nella conferenza stampa tenutasi a seguito dell’ultima retata congiunta DEA – FBI “il punto dell’annuncio di oggi è che non importa dove vai per provare a farlo o come cerchi di nasconderlo, stiamo venendo per te”.
Il prossimo passo sarà quello di vedere se gli acquirenti di farmaci in commercio sul dark web troveranno nuovi fornitori, dal momento che l’Operation Disruptor si rivolge a singoli fornitori piuttosto che a interi mercati.