
Mi sono chiesto cosa sarebbe successo se Willy avesse avuto, a qualsiasi titolo, un’arma da fuoco.
Forse l’avrebbero disarmato ed ucciso con la sua stessa arma, terreno fertile per un buon avvocato per invocare, quanto meno, l’eccesso colposo di legittima difesa.
Forse avrebbe fatto fuoco ed avrebbe ucciso qualche suo assalitore, o tutti!
Oppure altri ne avrebbe feriti o ancora, nella concitazione del momento, avrebbe attinto persone del tutto estranee all’evento.
Ma ciò che mi chiedo, in realtà, è quale sarebbe stata la reazione dell’opinione pubblica ad un tragico accadimento con un finale diverso.
Siete così sicuri che non avremmo assistito ad una strumentalizzazione capovolta dei fatti dove quattro italianissimi ragazzi – magari un po’ sopra le righe – incontravano il loro tragico destino per mano di un ragazzo italiano “ma non troppo”?
O avremmo celebrato il super eroe che si ribella al quotidiano tentativo di sopraffazione di pochi – per fortuna – verso molti?
Il limine tra il carnefice e la vittima diviene, a volte, labile.
I fatti, così come accertati, lasciano pochi dubbi sulla drammatica sequenza degli eventi e sulle rispettive responsabilità, ma ciò che mi è difficile metabolizzare è la comune reazione emotiva che, per condannare episodi violenti, si serve sovente di altrettanta violenza verbale ed invoca giustizia, delegandola a chi non compete per funzione e trasformandola così in “sommaria”, meglio definita come desiderio di vendetta.
Tanto iene da tastiera (il leone è una nobile figura!) quanto miti figure dall’esistenza grigia, augurano violenze inenarrabili, da perpetrare in regime carcerario, per poter esorcizzare conto terzi le proprie paure.
Siamo sempre convinti che la responsabilità vada attribuita in prima battuta all’incertezza della pena del nostro sistema giudiziario e subito dopo all’inefficienza delle forze dell’ordine?
Siamo sempre convinti che il ruolo genitoriale sia indenne da colpe e la scala valoriale debba essere delegata sempre alla società?
Siamo sempre convinti che dietro quei colpi sferrati con superficiale violenza non ci sia anche un po’ del nostro colpevole menefreghismo?
Che si stia tornando al medioevo è qualche volta pericolosamente evidente, quindi oltre ai terrapiattisti reintroduciamo anche la legge del taglione e l’ordalia…
Ma Willy non era armato, era un bravo ragazzo così come dovrebbero essere tutti i ragazzi.
Una volta, tanto tempo fa, se tra ragazzi si fosse venuti alle mani ci si sarebbe fermati sempre al primo sangue dal naso. Ed il responsabile sarebbe stato il più atterrito e dispiaciuto di tutti.
Willy non era armato e Willy è morto, i colpi che l’hanno ucciso sono stati un po’ sferrati anche da tutti noi.
E adesso guardiamoci intorno, ceniamo davanti la TV ed andiamo a dormire con la certezza che tutto ciò non capiterà mai ai nostri figli.