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Tel Aviv, piove cannabis dal cielo

L'Associazione “Green Drone” lancia bustine di marihuana dal cielo in una piazza di Tel Aviv

La parola “drone” non è altro che il nome comune per definire una speciale categoria di oggetti volanti: gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR). Così come suggerisce la definizione, si parla di dispositivi di varie dimensioni capaci di alzarsi in volo  senza necessità di un pilota a bordo, che rimane a terra utilizzando un  radiocomando per dirigerne i movimenti.

Il loro impiego, in ambito militare, è ormai consolidato: dalle missioni di sorveglianza a lungo raggio, alla lotta al terrorismo fino alle missioni di attacco al suolo.

Il loro uso, in ambito sicurezza e per scopi civili sta subendo un’impennata rapidissima. Un piccolo gioiello tecnologico con grandi capacità  e versatilità in diversi campi:

Sicurezza e tracciamento: le  Forze di Polizia lo utilizzano  per il monitoraggio delle attività della criminalità organizzata, piantagioni di droga, flussi di immigrazione clandestina;

Ambientale e Soccorso: il Corpo Forestale  lo utilizza per l’osservazione di aree verdi non raggiungibili, di animali nelle riserve, lotta al bracconaggio. La Protezione Civile lo impiega nelle  zone colpite da calamità naturali, ricerca di dispersi ,consegna medicinali o materiali di soccorso.

Telerilevamento e raccolta dati: Agenzie ne fanno uso per monitorare  determinati territori, analisi radiazione elettromagnetica, stato delle colture, agenti inquinanti nell’atmosfera o anche  come ripetitori  stanziali Wi-Fi.

Riprese video: il cinema, la televisione e la pubblicistica ne fanno un grande uso con grandi risparmi economici.

La normativa, in Italia, per l’utilizzo dei droni è stabilita da un regolamento ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile). Tra le norme più importanti si elencano le quote verticali, le distanze orizzontali , la separazione da persone e oggetti e le dimensioni dei dispositivi.

Per uso non professionale non è necessario un patentino ( ricordandosi che la responsabiltà , nelle sue varie sfaccettature, è sempre e comunque di chi è al comando del mezzo), ma basta attenersi a qualche semplice regola:

non farlo volare in condizioni meteorologiche avverse:

non farlo volare sopra le persone o strade;

non farlo volare vicino le proprietà private;

non farlo volare nelle aree di traffico aereo e\o zone militari:

non farlo volare di notte.

Cosa è accaduto qualche giorno fa a Tel Aviv?

Un ‘associazione di attivisti locali, i “Green Drone”,  ha distribuito per via aerea, sulla piazza  Rabin, una quantità di bustine di cannabis tra lo stupore dei presenti.  Sul pacchetto era inciso il nome del Gruppo e lo slogan “amore libero”. Pochi minuti  prima il Gruppo  aveva diffuso su Telegram il seguente messaggio: “È ora miei cari fratelli. È un uccello? È un aereo? No, è il drone verde, che distribuisce gratuitamente cannabis dal cielo. Godetevela miei amati fratelli, è il vostro fratello pilota che vi parla, assicurandoci che tutti ricevano un po’ di amore gratuito”.

I due piloti sono stati arrestati dalla Polizia; in Israele l’uso della cannabis è consentito soltanto a scopo terapeutico,  in compenso le bustine sono andate a ruba! Le hanno raccolte tutte con la personale speranza che non siano finite nelle mani di bambini ignari del contenuto.

Un appello, una goliardata, una sfida? Forse era sufficiente l’amore libero…

È la perenne lotta tra  il “diritto”  di avere un’opinione diversa e il sentirsi in “dovere” di provocare per imporre le proprie convinzioni.

La mia personale speranza è che non ci siano emulazioni distorte. Vorrei vedere  i giardinetti delle nostre città libere dallo spaccio, ma allo stesso tempo non vorrei scrivere tra qualche tempo sui “ Droni-Pusher” che potrebbero consegnare droghe mortali ai nostri ragazzi, direttamente a casa, lontano da qualsiasi controllo. Maxima debetur puero reverentia.

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