
Il messaggio in bottiglia si ricollega ad un articolo di Infosec News sui riconoscimenti di ordine morale nelle Forze di Polizia e arriva da Cleto Iafrate, dirigente del SIBAS Finanzieri, primo sindacato di Base del Comparto Sicurezza
«Impegnati, studia, prenditi un diploma, meglio una laurea, così potrai farti una posizione». Questi i consigli dei nostri genitori. Gli stessi che noi diamo ai nostri figli.
Pare, però, che in alcune amministrazioni pubbliche le cose vadano diversamente.
I militari in forza all’Arma dei Carabinieri e al Corpo della Guardia di Finanza si suddividono in tre categorie: ufficiali, sottufficiali e truppa, di cui fanno parte i militari appartenenti al ruolo appuntati e agenti (carabinieri e finanzieri). La categoria dei sottufficiali, invece, ricomprende il ruolo degli ispettori e quello dei sovrintendenti.
Ogni anno, mediante concorsi interni per titoli ed esami, vengono selezionate aliquote di militari da ammettere ai corsi di formazione per il passaggio al ruolo superiore.
I più attesi sono il concorso riservati agli appuntati e agenti e quello destinato agli ispettori in quanto entrambi permettono un doppio salto di carriera: di ruolo e di categoria.
Gli appuntati e agenti vincitori accedono al ruolo sovraintendenti e si immettono nella categoria sottufficiali. Parimenti gli ispettori vincitori lasciano la categoria sottufficiali per indossare i gradi da ufficiale. Di lì avranno la strada aperta verso l’ambita dirigenza di Stato, che con il riordino delle carriere di luglio 2017 è stata riconosciuta, ad anzianità, a tutti gli ufficiali che indossano il grado di Maggiore, indipendentemente dal titolo di studio posseduto. Ad ogni modo, una volta terminati i corsi militari di istruzione, il conseguimento del diploma e della laurea non costituisce più un grosso problema, dal momento che i frequentatori ricevono dai reparti di istruzione gli attestati di formazione spendibili nelle varie scuole e università italiane. Ma questo è un altro problema.
(Le cose stanno lentamente cambiando, ma in passato gli atenei italiani hanno fatto delle vere e proprie gara di generosità nell’accreditare gli attestati formativi emessi dalle scuole militari. D’altra parte più iscritti si hanno e più finanziamenti pubblici si ricevono, oltre alle tasse d’iscrizione. Cosa non si fa per fare cassa! Per un approfondimento si veda qui: “LAUREA CON LO SCONTO, ULTIMA FRONTIERA MORATTI – Boom di convenzioni, specie con le forze dell’ordine: per gli allievi marescialli «gratis» fino al 75% degli esami di Economia” di Giuseppe Caruso).
L’ultimo concorso indetto dal Comando Generale della Guardia di Finanza (FOGLIO D’ORDINI N. 19 del 13 dicembre 2019) per l’accesso al ruolo sottufficiali del personale nelle carriere iniziali del Corpo (appuntati e finanzieri), assegna ad un diploma di laurea in discipline diverse da quelle economiche giuridiche un punteggio pari a 1,000,mentreun diploma di istruzione secondaria di secondo grado vale 0.800 (se il militare appartiene al contingente di mare) e 0,700 punti nel contingente ordinario.
Infine alla licenza media inferiore il bando conferisce un punteggio pari a 0,150 punti. È previsto un punteggio anche per la licenza media in quanto “fino al 1989 era sufficiente, quale requisito per il reclutamento del personale nelle carriere iniziali del Corpo della Guardia di finanza, la sola licenza di scuola elementare. Pertanto (…) sono tuttora in servizio aliquote di personale nel suddetto ruolo in possesso della sola licenza elementare”. Parola di Ministro delle Finanze.
Chi eventualmente si fosse arruolato fino 1989 con la licenza elementare non andrà in pensione prima del 2029.
Dunque, un finanziere laureato partecipa al concorso in esame con 0,200 oppure 0,300 punti di vantaggio rispetto al collega diplomato, a seconda che concorra per il contingente di mare oppure per quello di terra.
Vien da chiedersi: quanto pesa un tale vantaggio?
Per rispondere a questa domanda occorre esaminare almeno un altro titolo che dà diritto ad un punteggio incrementale.
Il bando assegna ad ogni encomio solenne ben 0,150 di punto. (Inoltre, i vantaggi derivanti dalle ricompense per atti eccezionali spesso si sommano a quelli derivanti dalle valutazioni annuali. Infatti, gli encomi per lodevole comportamento, normalmente, non si concedono ai militari valutati nella media, inferiore alla media o, peggio, insufficiente. Un militare che nei dieci anni precedenti l’emanazione del bando sia stato giudicato “eccellente con apprezzamento e lode” nel concorso in esame vanterà un ulteriore extra-punteggio pari a 0,650 punti che andrà a sommarsi a quello derivante dalle ricompense, ciò in quanto giudizi lusinghieri e ricompense per lodevole comportamento quasi sempre vanno a braccetto),
L’encomio, semplice o solenne, è una ricompensa che il superiore concede a quei militari che si distinguono per lodevole comportamento o per aver compiuto in servizio atti speciali/eccezionali.
C’è chi ha definito gli encomi come una “vitamina per la carriera”.
In questo caso, però, si tratta di vere e proprie sostanze dopanti, dal momento che basta poco più di un encomio per azzerare il peso di una laurea. Inoltre, ad un agente di polizia tributaria con la licenza media bastano poco più di cinque encomi solenni per azzerare i dieci anni di studio necessari per conseguire prima il diploma e poi la laurea.
Il lettore a questo punto si starà chiedendo quali siano questi atti così eccezionali da meritare un simile vantaggio e, probabilmente, gli saranno venuti in mente strabilianti atti d’eroismo che salvano vite umane, oppure eccezionali scoperte scientifiche destinate a migliorare il destino dell’umanità, per esempio la scoperta di un vaccino contro il Covid.
Intorno alle motivazioni alla base delle ricompense militari c’è tanto mistero; esse sono ben custodite tra le mura delle caserme. Ogni tanto però qualcuna trapela all’esterno.
Emerge, innanzitutto, che gli encomi vengono tributati sempre con toni pomposi e linguaggio magniloquente, tipico delle celebrazioni militari.
Queste alcune motivazioni, pubblicate su fonti aperte, che hanno dato luogo ad altrettanti encomi:
1. «… confermando il possesso di brillanti capacità professionali e buone doti organizzative partecipava, con determinante apporto personale, a tutte le attività e agli eventi legati alla SVELATURA e alla benedizione del CIPPO in marmo intitolato …» (Fonte: Il Fatto Quotidiano). In sintesi, ha scoperto un cippo. Altro che vaccino anti-Covid.
2. «… per aver saputo riscuotere l’incondizionata ammirazione delle autorità e della gente in occasione della cerimonia militare del […], nella quale, alla testa della brigata di formazione, evidenziava perizia e impeccabile marzialità» (Fonte: Italia Oggi).
3. «… quale conduttore dell’automezzo adibito al trasporto del (…), dimostrando eccezionale perizia e capacità di autocontrollo, eseguiva con assoluta perfezione i delicati compiti a lui assegnati in occasione della cerimonia militare…» (Fonte: Italia Oggi)
4. «… capo della Segreteria dell’Ufficio rapporti con il Parlamento […] dotato di eccezionale volontà, innato senso del dovere, spiccata capacità di conseguire risultati concreti» (Fonte: Il Fatto Quotidiano);
5. «… cosciente della valenza e della delicatezza del particolare incarico ricoperto […] gli ha consentito di raggiungere traguardi elevatissimi…» (Fonte: Il Fatto Quotidiano);.
Una volta spogliati da tutti gli orpelli lessicali, questi atti diventano assolutamente ordinari: il primo militare ha scoperto un cippo che era coperto da un drappo; il secondo ha fatto un tratto di strada a piedi; l’altro è andato in macchina; quello successivo ha fatto qualche telefonata e l’ultimo non si capisce bene cosa abbia fatto.
Ma per remunerare queste attività non bastava lo stipendio?
Nell’Arma dei Carabinieri le cose non vanno certo meglio. Anzi.
Nell’ultimo bando di concorso indetto dall’Arma, per reclutare nr. 93 militari dei ruoli iniziali da immettere al 3° corso Allievi Marescialli, un encomio solenne vale addirittura più di una laurea.
Infatti, il bando assegna all’encomio solenne 0,33 punti, mentre la Laurea triennale/Laurea di I livello vale solamente 0,30 punti. Inoltre, un Master di I livello vale 0,40 punti e una Laurea specialistica/magistrale/Vecchio ordinamento vale 0,50 punti.
CONCLUSIONI
Nel contesto militare ritengo che le valutazioni caratteristiche, come pure le ricompense, siano uno “strumento di selezione ideologica”, perché:
– non si chiamano “valutazione delle performance” come nel restante pubblico impiego;
– vi è la voce “motivazione al lavoro e dedizione” che al suo livello massimo è così indicata: “Convinto e disinteressato si dedica all’Istituzione senza risparmio” (Link che rimanda ad un fac-simile di scheda valutativa e rapporto informativo (si veda pag. 513, voce 18). E’ evidente come la connessione di tali parole sia semanticamente contigua ad “obbedienza cieca e assoluta”. Infatti, l’essere “convinti e disinteressati” è semanticamente contiguo a “non farsi troppe domande” e ciòpuò portare a non mettere in discussione “ordini discutibili”.
Se valutazioni caratteristiche e ricompense non fossero uno “strumento di selezione ideologica”, non avremmo da una parte dirigenti militari senza la laurea[11] o conseguita con i crediti formativi e dall’altra sottufficiali e militari di truppa laureati, senza crediti, che faticano a superare i concorsi. E nel mezzo, quasi a neutralizzare i titoli di studio, dinamiche premiali di origine feudale, secondo le quali il rapporto fiduciario col superiore (premi e valutazione caratteristica) vale più di un percorso di studi universitario. Non è raro incontrare militari istruiti che, piuttosto che essere premiati, spesso sono considerati “poco adeguati” e quindi valutati “nella media”. Uno, in particolare, l’ho conosciuto molto da vicino: finanziere, laureato senza crediti in Economia e Commercio, per circa dieci anni non ha potuto partecipare ai concorsi interni per carenza del requisito del triennio di valutazione di almeno “superiore alla media”. Addirittura la sua “cultura generale” era valutata inferiore a quella “vasta e profonda” dei suoi colleghi con la licenza media e anche con la quinta elementare.
In certi casi una valutazione “nella media” ritengo sia da considerarsi (civicamente) encomiabile (“nella media solenne”), perché riflette l’attaccamento ai valori della Costituzione prescindendo da ogni forma di condizionamento e convenienza.
Credo che un tale atteggiamento verso la cultura da parte delle amministrazioni militari, che a volte rasenta l’ostilità, sia funzionale ad un certo tipo di obbedienza, un’obbedienza adesiva o assoluta, perché “disinnesca” ab origine il presupposto necessario della rimostranza; che è tipica dell’obbedienza critica o partecipativa.
In effetti, è difficile puntualizzare se non si ha coscienza di cosa si può fare e cosa non si può fare. In altri termini,per poter mettere i puntini sulle ‘i’, bisogna quantomeno sapere dove vanno le ‘i’.
E poi per un superiore è più difficile dare un “ordine imbarazzante” ad un militare colto, piuttosto che ad un militare non tanto istruito.
E’ innegabile che in certe situazioni l’istruzione è un deterrente (e un anticorpo) per certe derive.
Si auspica, pertanto,che nei prossimi concorsi per l’ingresso nella categoria sottufficiali sia ridimensionata la struttura delle ricompense d’ordine morale e valorizzati maggiormente i titoli di studio, anche in relazione al numero di esami sostenuti presso le università, poiché è interesse collettivo che a fare carriera siano gli ufficiali di polizia giudiziaria più colti e istruiti e non i più fedeli.
Si spera, inoltre, che in futuro le motivazioni alla base delle ricompense descrivano in maniera chiara e comprensibile, senza orpelli e magniloquenze, gli atti eccezionali compiuti dall’encomiato. E che gli atti che danno luogo alle ricompense siano adeguatamente tipizzati, in relazione ai risultati di servizio ottenuti (per esempio, l’ammontare di imposte recuperate alle casse dello Stato).
E’ giusto il caso di precisare che la progressione di carriera del militare rappresenta un costo per la collettività. Al nuovo grado, infatti, corrisponde un adeguato incremento stipendiale. Per questo motivo occorre selezionare i più meritevoli.
Con un’economia sommersa che vale 270 miliardi, i contribuenti italiani si aspettano che gli ufficiali di polizia tributaria siano selezionati in base alle loro attitudini a scoprire gli evasori, piuttosto che a svelare i cippi.