
È di ieri, 5 settembre la tragica notizia dell’incidente durante un’esercitazione di elisoccorso alpino dove perdeva la vita Sergio Francese, 55 anni, appuntato scelto del Soccorso Alpino della Guardia di finanza.
L’incidente è avvenuto durante la missione di addestramento annuale congiunto, che vedeva il Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Auronzo di Cadore in provincia di Belluno, operare insieme al Soccorso Alpino e Speleologico Veneto di Auronzo.
Tali missioni rutinarie consentono al personale di soccorso -e di volo- di mantenere un alto livello di efficienza che ne garantisce la capacità di risposta in caso di emergenza in montagna.
L’esercitazione prendeva luogo su un’area semi-pianeggiante della Cima Grande, elevazione centrale delle Cime di Lavaredo sulle Dolomiti, fra Veneto e Trentino Alto Adige, nella zona della cosiddetta “Piramide”.
Fonti non ufficiali riportano che una pala del rotore principale dell’elicottero AB 412 della Guardia di finanza di Bolzano, durante la fase finale della missione che contemplava il recupero del personale di soccorso alpino, avrebbe colpito il sottufficiale al capo, provocandone il decesso pressoché immediato.
L’elicottero AB 412 – dotato di un sistema di rotore principale di 14 metri di diametro, la cui punta della pala risiede in condizioni normali a circa 3.5 metri di altezza dal suolo e si muove nello spazio ad una velocità vicina a quella del suono – si sarebbe trovato in volo stazionario (hovering) o pattini(o) a terra nel momento dell’incidente, allo scopo di facilitare l’imbarco del personale.
Secondo le stesse fonti, il terreno circostante il velivolo presentava un pendio e per motivi non ancora chiari, il finanziere avrebbe deciso di imbarcare dalla parte a monte – sottoponendosi cosi al rischio di una maggiore prossimità con la punta della pala – piuttosto che seguire la procedura standard – e più sicura – di imbarco dal lato a valle dell’elicottero.
Premesso che la dinamica dell’incidente apparirà più chiara a monte del processo investigativo, ci sentiamo di fare alcune considerazioni.
Il raggiungimento dei livelli operativi necessari al completamento di missioni del genere, presenta un considerevole innalzamento del fattore di rischio.
Anche se non molto frequenti, i casi di personale di volo contuso in maniera il più delle volte fatale da sistemi di propulsione a rotore, sia su ala fissa che rotante, non sono una novità.
Basta dare un’occhiata al video YouTube del pilota di Agusta 109 in India che, è il caso di dirlo, se l’è scampata per un pelo e grazie alla ridotta velocità del rotore durante la fase iniziale di accensione dei motori.
L‘introduzione di iniziative – fuori dal normale curriculum addestrativo – indirizzate all’educazione del pilota ad operare in prossimità di rotori ed eliche, è relativamente giovane, considerato che la FAA (Federal Aviation Administration) americana implementò un programma di sensibilizzazione nazionale focalizzato alla prevenzione di tali incidenti, appena all’inizio degli anni ’70.
Da decenni, i costruttori di sistemi propulsivi ad elica hanno cercato di limitare il fenomeno, escogitando schemi grafici che ne aumentino la visibilità quando in movimento. Queste strategie hanno negli anni prodotto i tipici modelli di pale ed eliche a colore alternato nero – rosso -bianco, in diverse combinazioni, che creano quando in movimento quei tipici cerchi concentrici che siamo abituati a vedere durante un airshow o quando osserviamo da vicino un elicottero in azione. Non ultima, l’invenzione dei sistemi di rotori di coda intubati (fenestron) e a getto (notar) che oltre ad una maggiore sicurezza per l’operatore a terra ed il passeggero, presentano vantaggi relativi alla sicurezza in volo.
Purtroppo, il suddetto “paint scheme” nel caso del rotore principale di un elicottero, non può essere utilizzato nella parte inferiore della pala principale, per considerazioni che riguardano possibili effetti psicofisici in grado di ridurre la funzionalità del pilota in volo, lasciando un vuoto per quanto riguarda la visibilità del sistema da un osservatore che si trovi sotto l’elicottero.
Si fa quindi affidamento ad uno stringente curriculum di addestramento che però in situazioni di stress/fretta/confusione, presenta a sua volta un innalzamento del fattore di rischio.
Appare doveroso ricordare che il personale di soccorso, decide volontariamente di sottomettersi ai vari rischi cui abbiamo solo accennato e non certo in maniera comprensiva, nell’esclusivo interesse della comunità.
Sento di parlare a nome di tutta la redazione di INFOSEC.NEWS nel porgere le più sentite condoglianze alla famiglia dell’appuntato scelto Sergio Francese e la nostra solidarietà coi membri dell’equipaggio.