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C’è vita su Asuka

Da un meteorite ritrovato in Antartide da un gruppo di ricerca nippo-belga, gli scienziati della NASA traggono nuove evidenze sull’origine della vita

Nel 2012 un team di scienziati Belgi e Giapponesi ha ritrovato un frammento del meteorite Asuka 1226. Nonostante il frammento ritrovato sia delle dimensioni di una pallina da golf, potrà offrire agli scienziati informazioni molto rilevanti.

Una parte di quel meteorite è stata data agli scienziati del NASA’s Goddard Space Flight Center per condurre analisi di laboratorio. Lì sono stati prelevati circa 50 mg di materiale ed inviati al laboratorio di Astrobiologia per essere analizzati spettrometricamente. Tramite quest’analisi, sono stati dimostrati valori molto elevati di aminoacidi, soprattutto Acido Aspartico e Acido Gutammico (due dei 20 aminoacidi che compongono le proteine dei viventi sulla Terra). I ricercatori avevano trovato già tracce di aminoacidi nelle rocce spaziali, ma mai prima d’ora a concentrazioni così elevate e mai con abbondanza di una determinata configurazione chirale L.. Cosa vuol dire quest’ultima affermazione?

Nel campione proveniente da Asuka 1226, sono state trovate quantità rilevanti di L-aminoacidi. In biochimica il termine amminoacidi si riferisce più spesso agli L-α-amminoacidi, di formula generica NH2CHRCOOH, cioè quelli il cui gruppo amminico e il cui gruppo carbossilico sono legati allo stesso atomo di carbonio, chiamato appunto carbonio α, in configurazione L. Di tutti gli amminoacidi, solo gli L-amminoacidi sono quasi esclusivamente utilizzati dagli organismi viventi per la sintesi proteica. Nelle rocce spaziali, fino ad ora, sono stati trovati soprattutto R-aminoacidi che non sono compatibili con la Vita per come la conosciamo qui sul pianeta Terra.

Ancor più interessante, secondo la NASA, è che il meteorite potrebbe essersi formato prima del nostro sistema solare. Questo potrebbe consentire agli scienziati di ricostruire le condizioni nello spazio che hanno portato all’evoluzione degli amminoacidi e della Vita stessa qui nel nostro “pale blue dot”.
La comunità scientifica è ansiosa di confrontare i dati provenienti da Asuka 1226 con quelli della missione NASA OSIRIS-REx che in Ottobre preleverà polvere e rocce dall’asteroide 101955 Bennu e li riporterà sigillati sulla Terra per analisi approfondite.

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