
Un aggiornamento sull’insurrezione militare in Mali: allo scadere dell’ultimatum delle 16 (18, ora italiana) un gruppo di militari ribelli ha arrestato il presidente Ibrahim Boubacar Keïta e il premier Boubou Cisse. Una colonna di una trentina di autocarri ribelli era presente nell’area intorno al palazzo presidenziale Koulouba. Fonti militari sostengono che Keïta e Cisse stiano bene e siano stati trasferiti a Kati. Nel corso del pomeriggio alcune centinaia di manifestanti si sono riversati nelle strade della capitale.
Emanuela Del Re, la vice ministra degli Esteri, ha scritto su Twitter: “Seguo con estrema preoccupazione l’evolversi della situazione in Mali e l’intervento delle forze militari. Che venga mantenuto l’ordine costituzionale nel Paese e che si rispetti la legge. Come Italia sosteniamo l’unità e la piena sovranità di un Mali democratico”. L’ambasciata italiana competente (Dakar) consiglia ai nostri concittadini di rimanere a casa.
Le reazioni internazionali:
Emmanuel Macron nel pomeriggio ha telefonato al presidente Keïta, ha pubblicamente condannato il tentativo di ammutinamento ed ha chiamato i presidenti delle nazioni vicine per discutere la crisi in corso.
L’Unione europea, dal canto suo, ha condannato con forza il golpe, rifiutando ogni cambiamento anti-costituzionale che non può essere in nessun caso una risposta alla profonda crisi socio-politica che sta spaccando il Paese.
Gli USA, per bocca del rappresentante del Dipartimento di Stato per il Sahel, JP Pham, hanno dichiarato la loro opposizione ad ogni cambiamento extra-costituzionale di governo.
La la Comunita’ degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas / Cedeao) chiede ai militari di tornare nelle caserme ed ai vari protagonisti politici di perseguire la via del dialogo. Cedeao invita i militari a una condotta democratica e condanna ogni forma di cambio di governo non prevista dalla Costituzione.
Infine, l’Onu ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza.
Il Mali fa parte del G5 Sahel, perturbazioni in questa nazione possono creare eventi a cascata nell’intera regione.
Le opposizioni, riunite nel Movimento 5 giugno (che raggruppa membri della società civile e partiti dell’opposizione e religiosi, in particolare il Coordinamento CMAS, guidato dall’imam Mahmoud Dicko) da due mesi chiedono le dimissioni di Keita. A fine luglio una delegazione della Cedeao, guidata dall’ex presidente nigerino Goodluck Jonathan si era conclusa senza un accordo. Il Movimento 5 Giugno ha continuato a respingere ogni proposta di intesa con il governo, ribadendo la propria richiesta di dimissioni di Keita.