
Recentemente Antonello Busetto, su infosec.news, ha fatto il punto e analizzato i dati della pandemia in Italia dall’11 marzo alla metà di luglio. Nella terza settimana di luglio continua a calare l’occupazione degli ospedali, ma non il numero dei nuovi casi che si mantiene costante.
L’analisi dei dati indica una circolazione endemica del virus con forti differenze regionali: dei 12.248 “attualmente positivi” il 57,2% sono in Lombardia, il 29,5% si distribuisce tra Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Veneto e il 13,3% nelle altre regioni.
Abbiamo contattato il Presidente della Fondazione GIMBE, Dott. Nino Cartabellotta, che ci ha fornito le infografiche prodotte dalla sua Fondazione (pubblicate in fondo a questo articolo) e ci ha concesso un commento sulla situazione attuale:
«In questo contesto – afferma Cartabellotta -non bisogna confondere il progressivo decongestionamento degli ospedali con l’azzeramento delle ospedalizzazioni. In quanto indicatore della diffusione del contagio – prosegue il presidente della Fondazione – abbiamo valutato la distribuzione geografica dei 12.248 casi attivi al 21 luglio, ovvero i casi “attualmente positivi” secondo la denominazione della Protezione Civile». Il 57,2% si concentra in Lombardia (7.010); un ulteriore 29,5% si distribuisce tra Emilia Romagna (1.297) Lazio (881), Piemonte (813), Veneto (624); i rimanenti 1.623 casi (13,3%) sono distribuiti in 16 Regioni e Province autonome (figura). Parametrando i nuovi casi alla popolazione residente, le Regioni che nella settimana 15-21 luglio fanno registrare il maggior incremento per 100.000 abitanti sono Emilia Romagna (5,99), Veneto (5,12), Liguria (5,09) e Lombardia (4,07).
Dalla lettura complessiva dei dati emerge un quadro epidemiologico di circolazione endemica del virus con un incremento costante dei nuovi casi nelle ultime settimane, legati prevalentemente a nuovi focolai e a “casi di rientro” dall’estero.
Per la gestione ottimale di questa fase dell’epidemia – conclude Cartabellotta – restano indispensabili tre strategie. Innanzitutto, mantenere i comportamenti individuali raccomandati: dalle misure di igiene personale al distanziamento sociale, dall’uso della mascherina nei luoghi pubblici chiusi, o all’aperto quando non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, all’evitare gli assembramenti. In secondo luogo continuare con la rigorosa sorveglianza epidemiologica per identificare e isolare i focolai. Infine potenziare l’attività di testing negli aeroporti per arginare i casi di rientro».

