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Carabinieri? È il momento di ripensare tutto

Anni fa qualunque comandante convocava il dipendente per chiarire aspetti incongrui del suo tenore di vita. Oggi scatta in automatico una denuncia

A scrivere è un “carabiniere”, ci tiene a questo appellativo. Ma non uno qualunque – ci teniamo a precisare noi – e ce ne si accorge leggendo l’articolo.

In merito all’ultimo “Calamaio alla griglia” di Umberto Rapetto, andiamo a vedere perché una così importante istituzione sia stata infiltrata da così tanti individui spregevoli. Non moltissimi, per fortuna, ma troppi per la natura stessa dell’Arma.

Sono motivi legati ad una spinta verso l’omologazione col mondo del lavoro: una corsa accelerata verso il totale adeguamento dei regolamenti allo Statuto dei Lavoratori che ha innescato quello che diventerà poi la parziale neutralizzazione del regolamento di disciplina e delle altre norme interne.

Questo senza tenere conto di quella specificità che richiede ai carabinieri di contrarre i propri diritti per tutelare quelli degli altri. Una specificità che doveva essere mantenuta ed accompagnata da un tangibile riconoscimento che non c’è stato.

Qualche anno fa qualunque comandante convocava il dipendente per chiarire aspetti incongrui del suo tenore di vita.

Oggi scatta in automatico una denuncia da parte del dipendente.

Il divieto di prestare servizio nei luoghi di origine si è perso con altri per cui non è difficile incontrare il militare che serve al bancone del bar del suocero nelle ore libere dal servizio.

Per accampate ragioni di spesa si è persa la mobilità ed ogni trasferimento non gradito si traduce in un contenzioso al TAR, così che compiti delicatissimi, sostenuti da poteri non comuni, vengono svolti nello stesso territorio per decenni.

Quando il servizio si protrae scatta la rincorsa allo “straordinario” o al recupero ferie sino a centellinare la propria disponibilità in un’attività che la pretenderebbe incondizionata.

Si trattava di sacrifici che erano la connotazione dell’istituzione, tanti da definirne una mistica.

Ovviamente uno Stato disattento e gerarchie sempre meno autorevolmente estranee alla politica, hanno avuta grande attenzione per altro; non hanno pensato di remunerare quel quadro di sacrifici e rinunce preferendo l’omologazione al modello dell’impiegato pubblico: colletti bianchi e tute blu.
Si è preferita la sindacalizzazione per non riconoscere quella speciale condizione che voleva i Carabinieri unici al mondo e per celare l’unico autentico disegno riformatore: assicurare carriere prestigiose alle ossequienti gerarchie.

È il momento di ripensare tutto e preparare un pacchetto di riforme serio e senza intromissioni: o come prima o basta così.

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