ECONOMIA

Non solo Covid: come la criminalità minaccia la ripresa

"Il prolungato periodo di lockdown ha determina situazioni di difficoltà finanziaria rispetto alle quali è elevato il rischio di infiltrazione criminale". Parola di investigatori

Nell’ordine del giorno per il 246° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, il Comandante Generale ha, tra l’altro, anche anticipato quella una delle missions della Forza di Polizia nel breve periodo. “Perché nei mesi a venire il Corpo sarà chiamato a misurarsi con sfide impegnative, delicate e complesse. Avremo il compito di supportare il processo di rilancio del sistema produttivo del Paese, intercettando e neutralizzando, per tempo, eventuali tentativi di infiltrazione od ingerenza delle organizzazioni criminali nel tessuto imprenditoriale. Avremo il compito di impedire che capitali di origine illecita siano immessi nei circuiti dell’economia legale….”

Tra gli alert di rischio che verranno sfruttati per preservare i settori dell’economia da una possibile infiltrazione criminale, sicuramente saranno annoverate le segnalazioni di operazioni sospette che consentono di intervenire tempestivamente per favorire la repressione dei reati.

In tale ottica vediamo ora quali sono, a livello nazionale ed internazionale, le indicazioni che le diverse Financial Investigation Unit hanno diramato per agevolare gli intermediari, professionisti, altri operatori qualificati e Pubbliche amministrazioni nell’intercettare le criticità connesse al periodo pandemico.

Partendo dall’Italia, occorre evidenziare come la nostra UIF già con la comunicazione del 16 aprile 2020 ha dato indirizzi in materia di “prevenzione di fenomeni di criminalità finanziaria connessi con l’emergenza da covid-19”. Si tratta ovviamente di uno spettro di analisi più amplio (facendo comunque riferimento a possibili fenomeni connessi anche con i settori delle forniture e dei servizi connessi all’emergenza sanitaria, alla corruzione, soprattutto negli affidamenti per l’approvvigionamento delle forniture e dei servizi necessari all’attività di assistenza e ricerca, le raccolte di fondi – anche on line mediante piatta-forme di crowdfunding – ed alle risorse pubbliche introdotte a sostegno della liquidità) nel quale rientrano anche le possibili tensioni finanziarie connesse al fermo dell’operatività aziendale. “Il prolungato periodo di lockdown determina situazioni di difficoltà finanziaria rispetto alle quali è elevato il rischio di infiltrazione criminale da parte di organizzazioni che, attraverso il radicamento sul territorio, il reclutamento di affiliati presso le fasce più deboli della popolazione e l’ampia disponibilità di capitali illeciti, possono trovare nuove occasioni per svolgere attività usurarie e per rilevare o infiltrare imprese in crisi con finalità di riciclaggio. Occorre quindi prestare massima attenzione alle situazioni che possono essere sintomatiche di tali fenomeni criminali. Nelle valutazioni assumono centralità le informazioni sugli assetti proprietari e sulle operazioni aziendali e societarie (rilevano, ad esempio, gli anomali trasferimenti di partecipazioni, le garanzie rilasciate o ricevute, lo smobilizzo di beni aziendali a condizioni non di mercato), sull’origine dei fondi e sulle effettive finalità economico-finanziarie sottostanti alle transazioni.
È inoltre necessario che i soggetti obbligati, in particolare i professionisti, valutino l’operatività delle imprese clienti che si trovano in condizione di difficoltà finanziaria, al fine di intercettare ipotesi di abusi delle possibilità offerte dalle disposizioni dirette ad agevolarne la continuità operativa.”

L’ipotesi di possibili infiltrazioni non è peraltro “nuovo” nel nostro Paese. Sul punto specifici alert di rischio (suddivisi dal punto di vista soggettivo ed oggettivo) sono stati emanati da oltre 10 anni. Tra questi si ricordano:

– l’acquisto di partecipazioni in imprese in difficoltà economica o finanziaria da parte di soggetti che operano in settori diversi da quello dell’impresa o che non risultano svolgere attività imprenditoriale;

– l’ingresso di soci e/o amministratori che, per il loro profilo economico e/o per le informazioni acquisite in sede di adeguata verifica, potrebbero rappresentare meri prestanomi di soggetti terzi;

· l’ingresso di soci e/o amministratori con residenza o sede in Paesi o località diversi da quelli in cui ha sede ovvero opera l’impresa, specie se non risulti trasparente l’eventuale catena di controllo e chi sia il titolare effettivo;

· la ricezione improvvisa di contributi in conto aumento capitale o di finanziamenti da parte dei soci, in particolare attraverso flussi provenienti da intermediari diversi da quello ove sono radicati i rapporti dell’impresa;

– l’improvviso ripianamento, anche parziale, della posizione debitoria, in particolare attraverso versamenti di contante ovvero ricezione di finanziamenti dall’estero;

– la ricezione di flussi rilevanti dall’estero – in particolare da Paesi caratterizzati da regime fiscale privilegiato o non equivalente nel contrasto al riciclaggio – per i quali non risultino verificabili la natura del rapporto intercorrente con il relativo ordinante e la motivazione economica sottostante al trasferimento;

– cessione a soggetti terzi di beni mobili e immobili, ivi comprese licenze e autorizzazioni all’esercizio di attività, a prezzi sensibilmente inferiori a quelli di mercato.

Sullo scenario internazionale, per lo stesso fine, sono intervenuti più attori del sistema di prevenzione antiriciclaggio e tra questi ricordiamo in primis il GAFI con la pubblicazione “COVID-19-related Money Laundering and Terrorist Financing Risks and Policy Responses” del maggio scorso  ha svolto una ricognizione globale delle principali minacce e vulnerabilità: possibile elusione delle misure di adeguata verifica, in un contesto di rarefazione dei rapporti con la clientela; crescente utilizzo di servizi finanziari online e di valute virtuali per trasferire fondi illeciti, maggiore ricorso a operatori finanziari abusivi; distrazione di fondi pubblici, aumento di attività corruttive”.

Senza voler appesantire la lettura, si segnala come anche molte altre FIU abbiano diramato alert specifici per i soggetti obbligati. Tra le tante si ricordano la FIU americana (FinCEN, COVID-19 Notice, March 16 2020 e Advisory on Medical Scams, May 18 2020) quella del Lussemburgo (Typologies COVID 19, 2 April) e quella del Belgio (Conséquences de la crise du COVID-19 en matière de blanchiment de capitaux et de financement du terrorisme; Update Communication COVID 19).

Alle forze di polizia, ora, la risposta a questa minaccia ponendo… boot on the ground!

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