
Le Compagnie aeree sono state le prime ad essere colpite dalla pandemia 2020, ed il calo di attività è stato, in molti casi, pari al 90%. Con l’allentarsi delle restrizioni, l’attività di volo sta progressivamente riprendendo. L’ultimo dato di Eurocontrol mostra che l’attività di volo commerciale sui cieli d’Europa è passata da un 29% di Aprile ad un 38% di Giugno. Gli aeroporti sono riaperti nella quasi totalità, anche se alcuni Paesi , come il Regno Unito, hanno ancora delle restrizioni per i passeggeri in arrivo.
A causa del crollo del traffico passeggeri molte Compagnie hanno chiesto l’aiuto dei rispettivi Stati per evitare il tracollo. La Lufthansa è in attesa dell’approvazione Europea per un piano di aiuti di 9 miliardi da parte del Governo tedesco; tale piano prevede anche l’entrata del Governo stesso in Lufthansa con l’acquisizione di un 20% del capitale azionario. Il Governo Francese ha già ottenuto l’autorizzazione a stanziare 7 miliardi di euro a sostegno di Air France. Anche la TAP, la Compagnia di bandiera Portoghese, ha ricevuto 1,2 miliardi di Euro dal Governo e così la SAS , la compagnia Svedese, che ha ottenuto una linea di credito dal Governo Scandinavo e Norvegese per 500 milioni.
A fronte di questi sostanziosi aiuti, che sono molto simili a quelli ottenuti dalle Compagnie Americane ed Asiatiche, sono cominciati aggressivi tagli al personale. La Lufthansa ha annunciato un taglio di 22.000 posti su una forza lavoro complessiva di 135.000 persone. Il Capo del Personale, Michael Niggemann, in una recente intervista ha affermato che senza questi tagli sul costo del lavoro, Lufthansa rischierebbe di emergere molto debole al termine della crisi. La British Airways ha annunciato il licenziamento di 12.000 lavoratori tra terra e volo. Una Compagnia non Europea, Emirates, ha cominciato il licenziamento di 1000 piloti attraverso criteri che a dir poco lasciano perplessi. Si parla di graduatorie stilate non in base alla lista di anzianità, ma in base a criteri discutibili quali ad esempio il carburante utilizzato durante l’anno e la malattia. E soprattutto in un periodo come questo si capisce molto bene come incoraggiare il proprio personale ad andare a lavoro non in perfette condizioni di salute possa addirittura configurarsi come un reato vero e proprio. Dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, il lavoratore ha 29 giorni per lasciare il Paese, dopodichè il permesso di soggiorno verrà revocato.
In Irlanda, Aer Lingus sta ricontrattando orari e mansioni di lavoro per il personale, in cambio della promessa di mitigare i licenziamenti.
E’ facile immaginare come queste politiche di tagli del personale stiano aggravando la condizione di centinaia di migliaia di famiglie. A Dubai sono riportati casi di suicidio a seguito dei licenziamenti avvenuti. In Inghilterra è partita una campagna per aumentare la consapevolezza dei lavoratori nei confronti del PTSD , Post Traumatic Stress Disorder, che se non ben gestito può portare un individuo a commettere suicidio. Perdere il lavoro in un periodo come questo, senza avere concrete possibilità di trovarne un’altro, data la diffusa situazione di crisi, può decisamente scatenare patologie significative.
Inoltre i Governi con gli aiuti economici che stanno distribuendo tendono proprio ad evitare il diffondersi di situazioni di grande disoccupazione. Ed in effetti, a parte gli Stati Uniti dove la disoccupazione ha raggiunto il 25% con oltre 40 milioni di disoccupati, in Europa fino ad ora i numeri sono più contenuti. Nel Regno Unito ad esempio è stata predisposta una rete di aiuti Governativi atta a prevenire il licenziamento del lavoratore: viene garantita una “Cassa integrazione” pari all’80% del salario fino ad un massimo di 2500 sterline , dando così la possibilità alle Aziende di non licenziare il proprio personale. Uno straordinario sforzo del Governo di sua Maestà per proteggere i lavoratori dal licenziamento.
Ed è per questo che la British Airways è stata attaccata duramente dal Ministero dei Trasporti dopo l’annuncio dei massicci licenziamenti. Inoltre le critiche si sono inasprite quando è trapelato che sono in corso ulteriori trattative della Compagnia aerea per cambiare le condizioni contrattuali in maniera significativamente peggiorative per altri 35.000 dipendenti.
Il quadro della condizione del lavoro nel trasporto aereo è dunque un quadro a tinte fosche. E l’anello più debole è ancora una volta il personale. Sembrerebbe che si applichi perfettamente ciò che alcuni economisti dicono riferendosi alle regole dell’attuale mercato capitalistico in tempo di crisi: Socialismo per Banche, Corporation e grandi Aziende e Capitalismo puro per i Lavoratori.