SALUTE

Lavoratore contagiato: il datore di lavoro è responsabile? Forse sì, forse no, dipende

L’Inail fornisce l’interpretazione autentica circa i risvolti penali che incombono sui datori di lavoro in caso di infezione da Covid-19

Un imprenditore può essere denunciato quando un suo dipendente risulta positivo per Covit 19?

Dopo la minaccia degli imprenditori di non riaprire i cancelli delle fabbriche e degli uffici – minaccia indirizzata alla  ministra del Lavoro Nunzia Catalfo – ecco prontamente in scena Inail chiamata a intiepidire il più possibile la patata bollente che ustiona la mano della Ministra.
E Inail  il verdetto l’ha finalmente pronunciato con salomonica destrezza.

La responsabilità penale c’è. Anzi non c’è. Perché ci sia occorre infatti dimostrare il dolo o la colpa grave, non lieve, del datore. Cosa difficile ma non impossibile e perciò possibile. Poi risalire al contagio non sarà semplice,  occorrerà collocare l’incipit in una data certa, stabilire a quale Dpcm far riferimento per la verifica in loco della colpa o del dolo o di tutti e due. Perciò è talmente improbabile che un lavoratore chieda i danni al proprio datore di lavoro che val la pena mantenere la sua responsabilità de jure, tenendo conto che è come se non l’avesse de facto.

Gli imprenditori resteranno pertanto sotto la spada di Damocle, perché per provare di non avere alcuna responsabilità dovranno pur dimostrare  di aver usato tutte le precauzioni, di aver attentamente soppesato  ogni rischio e aver accuratamente adottato ogni misura di prevenzione prevista per la singola attività.

Cosa ha stabilito infatti Inail? 

L’Inail ha stabilito che l’infortunio sul lavoro per Covid-19  non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro. Ma non può essere disgiunto. Il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale: ma perché questo accada occorre la prova. Non si verrà condannati senza che si sia provata la colpa.

A riprova della chiara determinazione di non attribuire automaticamente la colpa al datore di lavoro, l’Inail precisa infatti che anche il riconoscimento da parte dell’Istituto di un infortunio sul lavoro da Covid, non determina “automaticamente” l’accertamento della responsabilità civile o penale. C’è una certa tolleranza e comunque non c’è automaticità. L’imprenditore deve stare sereno, per lui vale il principio di presunzione di innocenza anche in caso di sospetto di colpevolezza. Ma poi, veniamo al dunque: che succederà mai nelle aule di giustizia nel caso in cui un datore di lavoro vi venga trascinato sul banco degli imputati? Lo spiega Inail: “Si deve ritenere che la molteplicità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, rendano difficile la configurabilità della responsabilità”. Stai sereno, imprenditore. È difficile dimostrare che la colpa è tua. E se è difficile, anche se la responsabilità resta, è come se non esistesse o esistesse meno di quanto esisterebbe se restasse meglio definita, circoscritta, stabilita e chiaramente sviscerata.

Dormi tranquillo imprenditore. Dormi tranquillo e asciutto, Inail notte assorbe tutto.

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