
Sono molte le teorie che si sono succedute in queste settimane, nelle quali il Coronavirus è stato di certo protagonista. C’è un evento – non una congettura – che appare particolarmente inquietante per vena profetica: il suo nome è “Event201”. Organizzato da associazioni di spicco a livello globale, ossia il Johns Hopkins Center for Health Security, il World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates Foundation, questo tipo di esercitazione sembra averci visto davvero lungo su ciò che sarebbe successo pochi mesi dopo la sua realizzazione.
“Event201” è un’esercitazione pandemica realizzata “a tavolino”, dove sono stati simulati scenari drammatici, con discussioni legate alle difficoltà nel doverla affrontare. I partecipanti – appena 130 – si sono trovati a dover fronteggiare una situazione inedita e sconosciuta: l’avanzare del Coronavirus. Sì, avete letto bene: il 18 ottobre 2019, in una sala dell’hotel The Pierre di New York si stava già parlando di Coronavirus e di come affrontarlo. Lo scenario scelto per questa singolare situazione vede come punto focale la trasmissione di un nuovo Coronavirus zoonotico da pipistrelli a maiali e, in seguito, agli umani, facendo così sviluppare un’epidemia gravissima, il cui agente patogeno è stato modellato a partire dalla SARS.
La malattia quindi prende campo a partire dagli allevamenti di suini in Brasile, inizialmente in maniera lenta e silenziosa, ma diffondendosi poi negli ambienti sanitari. Nel momento in cui inizia a diffondersi passando di persona in persona, nei quartieri più poveri e maggiormente affollati di alcune megalopoli del Sud America, l’epidemia va fuori controllo e viene trasmessa quindi, per via aerea, in Portogallo, negli Stati Uniti e in Cina. Inquietante, vero? Eppure, non è finita: non vi è disponibilità di vaccini nel primo anno, esiste però un farmaco antivirale immaginario che può aiutare i malati, ma non limitare in maniera significativa lo sviluppo del contagio. Dato che l’intera popolazione umana è sensibile, durante i primi mesi di pandemia, il numero totale di casi aumenta esponenzialmente, raddoppiando ogni settimana. Man mano che casi e morti si accumulano, le conseguenze economiche e sociali diventano sempre più pesanti.
Vi starete chiedendo quando sia stata prevista la “fine” dell’ipotetica pandemia: lo scenario termina arrivati a 18 mesi, con 65 milioni di morti.
Quali sono state le conclusioni tratte dalla simulazione? I partecipanti – per lo più leader economici e della sanità pubblica – hanno convenuto sul fatto che una situazione del genere avrebbe potuto generare non solo problemi dal punto di vista sanitario (con una perdita enorme di vite umane e gravi malattie), ma anche dal punto di vista economico e sociale. È stata inoltre sottolineata la necessità di cooperazione non solo fra Paesi, ma anche fra settore pubblico e privato.