
Mentre scriviamo non sappiamo ancora come andrà a finire il meeting europeo dei Primi Ministri.
Quello che è noto è ciò che l’Europa è riuscita a mettere sul piatto degli aiuti agli Stati comunitari. E sappiamo anche quello che il governo italiano è riuscito a fare fino ad ora.
Dal Sole24Ore apprendiamo che, al momento, sul tavolo europeo ci sono a disposizione di tutti gli Stati membri, circa 240 miliardi dal MES, di cui all’Italia potrebbero andare 35 miliardi per finanziare spese nel comparto medico direttamente correlate al Covid-19. Poi c’è il fondo Bei che potrebbe fornire garanzie alle banche per circa 200 miliardi. Sempre da suddividere tra gli Stati membri. Il fondo Sure è un altro strumento che dovrebbe mettere a disposizione 100 miliardi per finanziare la cassa integrazione che gli Stati hanno attivato per sostenere e salvaguardare i posti di lavoro. La BCE infine ha messo a disposizione un Q.E. (quantitative easing), con il quale sta acquistando sul mercato secondario titoli di stato e ha destinato per l’Italia la somma di 200 miliardi. Opera meritoria che ci aiuta a collocare i nostri titoli ed a tenere basso il famoso spread.
Il governo italiano dal canto suo ha messo in campo 25 miliardi per la cassa integrazione dei lavoratori autonomi e dipendenti e per sovvenzionare altre misure di supporto alla crisi. Inoltre si è fatto garante presso le banche per una cifra pari a 400 miliardi di prestiti che le piccole, medie e grandi Imprese potranno richiedere e restituire in 6 anni a tassi bassi (da 0,25% al 2,00%). Dunque non soldi dati ai cittadini dallo Stato, ma garanzie statali a fronte di debiti che le varie imprese faranno con le banche per sostenersi durante questo periodo di fermo quasi totale.
Gli altri Paesi non europei hanno fatto qualche cosa di più; il Regno Unito ha stanziato 350 miliardi di sterline (al cambio attuale quasi 400 miliardi di euro) per sostenere la sua economia, i suoi cittadini e le sue imprese. Gli Stati Uniti hanno approvato un pacchetto di aiuti di 2.000 miliardi di dollari. In questo pacchetto è incluso il pagamento di un assegno a favore di ciascun cittadino pari a 1.200 dollari e per le famiglie di 2.400 dollari con incrementi di 500 dollari per ogni figlio. Inoltre il Q.E. messo in campo dalla Federal Reserve, la Banca Centrale Americana, prevede un aiuto illimitato alle banche e altrettanto illimitato acquisto di buoni del tesoro americani. Il Giappone, dopo alcuni interventi immediati, ha allo studio un pacchetto di 500 miliardi di dollari che prevede tra l’altro versamenti diretti alle famiglie in stile americano.
Alla luce di tutto ciò non sembra che, aldilà di tutte le polemiche, la quantità di denaro di cui l’Italia possa disporre sia sufficiente a fronteggiare lo shock economico che questa pandemia sta generando. La mancanza di denaro fresco sta già attanagliando famiglie, attività commerciali e imprese.
La domanda agli economisti è semplice: è tutto qui ciò che avete da proporre in Europa? Siete sicuri che non vi siano altri strumenti da poter utilizzare? Perché, se questo è il bazooka che l’Europa è in grado di sfoderare per una crisi economica senza precedenti, forse è bene dirlo chiaro e tondo a noi tutti. E subito.
Almeno potremmo serenamente prepararci ad un secolo di carestia.