ECONOMIA

L’aereo precipita? Pazienza, la procedura è corretta!

In situazioni di pericolo occorre a volte uscire dalle regole per tentare di salvare la vita dei passeggeri. E lo stesso vale per un Paese in emergenza. Lettera aperta al Direttore de La Stampa

Egregio Direttore, 
ho letto con grande interesse l’articolo del Dott. Cottarelli pubblicato sul Suo quotidiano La Stampa di oggi 28 marzo

Il Dott. Cottarelli è un professionista di alto profilo, con una vasta esperienza nel settore economico e finanziario. Il suo curriculum vitae è lì a testimoniarlo. La chiamata di qualche mese fa, da parte del Presidente della Repubblica per ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio in un momento travagliato della vita politica italiana, ne è ulteriore riprova. 

Accingendomi a leggere l’articolo, ero fiducioso di trovarvi dei suggerimenti importanti per dare risposte alla difficile, per non dire drammatica, situazione nella quale siamo precipitati a causa del COVID-19. 

Ma questa speranza si è subito spenta quando, leggendo attentamente l’articolo, mi sono reso conto che era “business as usual”. Risposte politically correct secondo il miglior galateo tedesco-olandese e con il solito mantra: più Europa (e BCE) e più rispetto delle regole; basta con il tempo delle cicale. 

Di professione faccio il Comandante di aeroplano commerciale. Se il mio aeroplano, durante il volo, ha una grave avaria, è mio compito seguire le procedure di emergenza prescritte dal costruttore dell’aeromobile, dalla mia Compagnia e applicare le regolamentazioni EASA (l’Agenzia europea per la sicurezza aerea) applicabili alla circostanza. Ma se tutto ciò non dovesse rimettere l’aeromobile in uno stato di sicurezza, per il mio equipaggio e per i miei passeggeri, non posso semplicemente incrociare le braccia ed attendere che l’aeroplano si schianti al suolo. Non posso pensare che, giacché ho applicato le procedure scritte e rispettato le regole, ho esaurito i miei compiti. Debbo uscire al di fuori di ciò che è codificato e tentare qualunque cosa pur di salvare la vita dei miei passeggeri. Significa che sono autorizzato a non rispettare le regole, ovvero deviare da esse. 

Ecco, questo mi sarei aspettato dal Dott. Cottarelli. Un ragionamento fuori dalla “box”. Una ricerca di soluzioni al di fuori della gabbia nella quale dal 2000 siamo rinchiusi (non devo certo ricordare a Lei ed al Dott. Cottarelli che è dal 2000 che abbiamo smesso di crescere). Proposte coraggiose, sulla scia delle parole altrettanto coraggiose del Dott. Draghi. 

Invece nulla di tutto questo. Una grande delusione. 

La ringrazio per il suo tempo. 

Cordiali saluti 

Luca Anedda

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