
Avete già letto un nostro articolo che commentava l’azione recente dell’Autorità Garante della Concorrenza contro le piattaforme Amazon e eBay per pubblicità ingannevole e aumento abnorme dei prezzi di prodotti collegati all’emergenza sanitaria per il Coronavirus. Da ex-manager eBay, vi dico la mia, anche con l’aiuto di Leonardo Costa, direttore del marketplace di ePRICE e chairman di IMN, il primo network di marketplace europei che include Cdiscount, Real.de ed Emag.
Per quanto solerte e zelante possa sembrare l’azione dell’AGCM purtroppo probabilmente essa non sortirà grandi effetti, in quanto (come sa bene l’AGCM stessa…) sia eBay che Amazon sono largamente ‘irresponsabili’ per quanto accade sulle loro piattaforme web, aperte a venditori indipendenti che stabiliscono autonomamente le condizioni di vendita, prezzo e quantità. Su eBay c’è anche il noto meccanismo del prezzo al rialzo (impropriamente detta ‘asta’), ideato per vendere oggetti rari e da collezione, ma che ben si presta a commercializzare con profitto qualsiasi merce sia divenuta scarsa per qualche motivo. Ebbene tali piattaforme sono regolate ancora oggi da una direttiva europea dell’anno 2000, davvero molte ere geologiche fa in termini per l’economia digitalizzata. Direttiva appunto che libera le piattaforme online da qualsivoglia responsabilità, fintanto che un’autorità o avente causa non segnali una violazione. Amazon ma anche Google ed altri, intervengono in modo abbastanza solerte in seguito a tali segnalazioni proprio per preservare quel ‘sacro Graal’ dell’irresponsabilità. Google, per esempio, nelle ore immediatamente successive a questa vicenda, ha bloccato le pubblicità verso siti di vendita di mascherine ed altro materiale.
Domanda: Possibile che lo scudo della direttiva UE funzioni ancora dopo 20 anni?
Risposta: sicuramente saremo in disaccordo, ma io trovo corretto che la responsabilità ricada innanzitutto su chi effettua la violazione e non direttamente sul marketplace. Ovviamente il marketplace deve essere reattivo e agire velocemente, anche proattivamente, per sistemare la situazione.
Domanda: Le segnalazioni relative a pratiche ovviamente non possono scalfire eBay o Amazon, corretto?
Risposta: Io credo che nessuno sia contento di ricevere una contestazione da AGCM e presumo che tutti preferiscano focalizzarsi sulla costruzione del business e della customer experience anziché gestire pratiche come queste. Senza dubbio, per dimensione, hanno entrambe le “spalle larghe”.
Domanda: L’azione dell’AGCM a cosa mira allora? Non sarebbe meglio dire la verità, tipo stiamo individuando i venditori disonesti, con l’aiuto di eBay e Amazon?
Risposta: Non saprei dire, non essendo stati coinvolti con il marketplace ePRICE dove non si sono verificate scorrettezze su questi prodotti, non conosco esattamente su cosa verta la procedura.
Domanda: Nei panni dell’AGCM cosa faresti per prevenire tali fenomeni di pubblicità ingannevole, l’abnorme aumento dei prezzi?
Risposta: Io non credo che il ruolo di AGCM sia prevenire quanto piuttosto sanzionare e correggere comportamenti scorretti. Però, lancio una provocazione, perché preoccuparsi se il prezzo di mascherine e gel è aumentato e non del fatto che si vendono tutto l’anno prodotti ampiamente sotto costo per uccidere i concorrenti? Se questo comportamento ci va bene quando i prezzi sono troppo bassi io penso che ci dovrebbe andare bene anche quando i prezzi salgono, del resto succede per le regole economiche della domanda e dell’offerta.
Domanda: Come operatore del settore invece, cosa ti auspichi, quale intervento o non intervento legislativo vi aspettate?
Risposta: Io credo che il legislatore e l’autorità dovrebbero chiedersi se sia lecito vendere prodotti sotto costo in Italia utilizzando utili generati in altri Paesi e in altri settori di attività. Penso che questo tema dovrebbe essere regolamentato almeno a livello europeo.
Domanda: Affianco alle grandi piattaforme di ecommerce, ne esistono altre, diciamo locali o nazionali come ePRICE. A parte la dimensione, come vi differenziate?
Risposta: Innanzitutto puntiamo sui venditori professionali, quelli che possono assicurare migliori esperienze di acquisto ai clienti. Ai nostri venditori offriamo un’assistenza e un rapporto diretto, ciò che i marketplace più grandi, per ragioni di scala, non possono o non riescono ad offrire. Abbiamo costruito un marketplace adatto al mercato italiano, in cui, per esempio, i nostri clienti possono pagare con vari metodi incluso il pagamento alla consegna dell’ordine presso uno dei nostri punti di ritiro, i Pick&Pay. Stiamo facendo ciò che le multinazionali faticano a fare, ossia adattarsi alle abitudini e ai bisogni degli italiani.
Domanda: Avete recentemente lanciato IMN, International Marketplace Network. Ci spieghi di cosa si tratta?
Risposta: Insieme ad alcuni grandi marketplace europei offriamo la possibilità per i venditori italiani di proporre i propri prodotti in tutta Europa. Semplicemente, registrandosi su ePRICE e attivando la registrazione ad IMN accedono ad un mercato potenziale di oltre 220 milioni di clienti in Francia, Germania e Romania.
Grazie per il tuo intervento, Leonardo, auguriamo buon lavoro a te ed alla tua squadra. Noi abbiamo capito che l’AGCM forse ha voluto attirare l’attenzione del pubblico su queste pratiche commerciali abusive, dei clienti di Amazon ed eBay, ovvero i venditori che pagano le suddette piattaforme per mettere in mostra i loro prodotti. Aziende quotate in borsa come Amazon ed eBay sono sicuramente più attente e reattive se finiscono sui giornali.
Come già scritto nell’articolo menzionato, sarebbe utile che le AGCM dei vari Stati dell’UE si coalizzassero, insieme agli altri stakeholders, e meglio se sotto la guida forte della Commissione Europea, per provocare l’ammodernamento della legislazione UE in materia. È forse il momento, data l’estrema attenzione e preoccupazione per quanto le piattaforme digitali, siano esse di ecommerce, o d’informazione, social media o motori di ricerca, riescono a fare nelle nostre società. Abbiamo di fronte delle macchine avanzatissime e continuiamo a volerle inseguire con un vigile urbano dotato di bicicletta.