SALUTE

I giovanissimi che scelgono di mettersi in disparte

E’ la nuova “scelta di non vita”. E’ l’ennesima conferma dei pericoli della rete. Parliamo di “Hikikomori”, la terrificante patologia nata in Giappone e che ora dilaga anche in Italia.
E’ la conseguenza di una estrema dipendenza da Internet e dagli strumenti tecnologici che permettono di lasciare la vita reale per sprofondare nella dimensione virtuale.

Fino a poco tempo fa era considerata una sorta di “malattia infantile” perché si era constatato che questo genere di affezione colpiva giovani nella fascia di età compresa dai 14 ai 25 anni. La più recenti statistiche, però, indirizzano ad una più attenta analisi dei dati perché secondo fonti governative nipponiche l’età è progressivamente cresciuta sino ai 40 anni.

Quelli che si “ammalano” non vogliono studiare, né lavorare. Non hanno amici. Vivono la notte, dormono durante il giorno. Rifiutano qualunque tipo di confronto con la realtà sia familiare che esterna. Il loro mondo è quello virtuale in cui, con falsi profili, vivono una vita non vera.

Chiusi nella loro stanza giocano con i loro personal computer, quasi il dispositivo elettronico fosse l’unica finestra da cui sono capaci di affacciarsi sul mondo. Lasciano raramente le loro abitazioni e spesso limitano totalmente le proprie attività e interazioni al mondo inesistente che tramite il monitor li catalizza e ne paralizza ogni iniziativa.

Nel paese del Sol Levante si sono raggiunti l’impressionante record di un milione di casi ma anche in Italia la situazione si sta diffondendo. Si auto-escludono, spaventati dalla pressione scuola-lavoro, e comunque spaventati dal confronto con una realtà che non può fare a meno di giudicarli.

C’è sempre un fattore precipitante, banale agli occhi dei più, ma determinante nella scelta di “esclusione dalla vita” per quei ragazzi che perdono coraggio e stima in se stessi. Sono tormentati dal conflitto tra una parte di sé che non riesce a stare in mezzo agli altri e l’altra che condanna costantemente il fallimento in questo senso.

La rete li protegge. Lo schermo è la loro copertura. Vivere nell’ombra, in un mondo in cui non devi essere te stesso ma chi vorresti essere è la loro salvezza. Chat e social network compensano il bisogno di socialità, i videogiochi online quello della competizione e del confronto, mentre le infinite fonti di informazioni digitali colmano il vuoto lasciato dall’abbandono della scuola. 

Ma chi sono questi giovani?
Jeff Kingston, professore di Asian Studies alla Temple University di Tokio, ha dichiarato a Business Insider: “Pensano di essere immeritevoli, non adatti alla felicità. Quasi tutti hanno il rimorso di aver tradito le aspettative dei loro genitori e provano vergogna perché non riescono ad avere una vita sociale.”

Gli “eremiti post moderni” hanno perso l’energia, ma questo comporta gravi ricadute anche nell’ambito dell’economia del proprio Paese. Infatti gli Hikikomori sono generalmente giovani intelligenti e creativi, proprio quei soggetti che portano innovazione e crescita nelle aziende. La loro esclusione diminuisce la portata della forza lavoro e le loro esistenze ombra diventano in modo sempre più importante un peso economico per i governi.
Farli ritornare tra noi è un processo molto lungo e difficile e mentre, nascono Associazioni dedicate, Internet continua a divorare le sue inconsapevoli prede.

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