
Il telefonino arma preferita da anni nella guerra infinita tra Israele e le milizie palestinesi. Dal suo avvento innovatore nel campo delle telecomunicazioni è stato da subito sfruttato come arma. Da una parte e dall’altra in conflitto.
Era la metà degli anni Novanta del secolo scorso quando un giovane tecnico elettronico, palestinese di nascita, Yahya Ayyash, mise le sue conoscenze al servizio della causa divenendo il principale costruttore di bombe del movimento islamico Hamas e comandante del battaglione Samaria delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām . Il suo nome in codice per gli esperti israeliani era l’”Ingegnere”. I suoi ordigni fecero stragi di israeliani in più occasioni e a lui si deve la miscela conosciuta come Madre di Satana composta da acetone e detergenti che diverrà negli anni a seguire l’esplosivo privilegiato dai terroristi di matrice jihadista. L’Ingegnere mise a punto detonatori con i telefoni cellulari così da poter innescare gli ordigni a distanza. Una trovata che fu anche la sua nemesi. Lo Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano riuscì a identificarlo e a identificare anche il suo modo di comunicare. Rintracciato uno zio di Yahya Ayyash del quale era solito usare il telefono riuscirono attraverso dure pressioni a consegnare al parente un apparecchio modificato: il telefono cellulare era stato riempito con 15 grammi di RDX una sostanza esplosiva di grande potenza. Era il 5 gennaio del 1996 quando lo Shin Bet intercetta una chiamata da quel telefono e avuta la conferma che la voce fosse quella dell’Ingegnere, fece esplodere l’apparecchio uccidendo il palestinese.
Anni più tardi, mentre il telefonino era divenuto il detonatore per eccellenza degli attentatori di mezzo mondo, a Gerusalemme viene sfruttato come trappola. Inganni amorosi per eliminare giovani israeliani. Avvenenti palestinesi militanti di Hamas contattavano giovani israeliani riuscendo a circuirli e quindi a ucciderli. Su tutte la storia di Ofir Rahum sedicenne israeliano e una ragazza israeliana dell’organizzazione Tazim. Attraverso internet prima e poi scambiandosi SMS intriganti la ragazza riuscì a coinvolgere il sedicenne fingendo un flirt che però era finalizzato solo all’omicidio.
Dopo lunghi scambi di messaggi la ragazza incontrò il giovane e lo portò dai suoi complici che lo uccisero. Era l’alba del 2001. Pochi anni più tardi Hamas lanciò la campagna di terrore via SMS.
Nel decimo anniversario, siamo nel 2014, dell’uccisione in un raid israeliano, del leader spirituale lo sceicco Ahmad Yassin la milizia palestinese inondò i telefoni cellulari degli israeliani di messaggi minacciosi. “Se Gaza viene attaccata, la vita dei sionisti sarà un inferno“, o anche “nella prossima guerra, tutta la terra palestinese sarà riconquistata” si leggeva nei messaggi in ebraico e inglese. In altri il testo diceva “Al-Qassam ha promesso vendetta e sarà vendetta. Il piano non è ancora finito e la prossima volta sarà terribile”, e in inglese “Al-Qassam ha scelto te per essere il prossimo Shalite (riferimento a Gilad Shalit un soldato israeliano rapito a Gaza). Stai pronto”. I messaggi sono stati mandati in serie da due numeri con prefisso 057 e 059 (questo ultimo palestinese). Il tutto sarebbe il frutto di una violazione da parte di hacker dei server di “israeldefense.co.il” dal cui database avrebbero preso i dati e i numeri telefonici. Stessa strategia messa in atto anche anni dopo in risposta alle rappresaglie israeliane.