
Alfa doppio Papa. No, non c’entrano macchine o pontefici. Si tratta dello spelling in linguaggio NATO della parola APP, ovvero le applicazioni che popolano i nostri dispositivi connessi alla rete.
India Oscar Tango. Anche in questo caso non c’entrano nulla prestigiosi premi a ballerini indiani ma nel medesimo linguaggio si pronuncia l’acronimo IoT ovvero Internet of things, internet delle cose.
In questa era di transizione le app fungono da ponte di contatto tra le informazioni degli oggetti e quelle delle persone, creando una relazione molto importante. Pensiamo ad esempio ad una bilancia pesa persone. Vanno molto di moda in questi ultimi anni quelle digitali ed intelligenti che grazie alla relativa app con la quale dialogano mediante connessione Bluetooth, forniscono all’utente un quadro generale della situazione peso-forma con i calcoli di massa grassa, massa magra e tanto altro. Ne avete comprata una low cost, online per caso? Magari una volta arrivata a casa avete anche seguito le istruzioni per configurarla con il vostro smartphone e senza pensare troppo alle richieste di autorizzazioni che comparivano sullo schermo, avete accettato tutto pur di provarla al più presto e cominciare a godere dei benefici promessi. L’avete provata e funziona alla grande. Siete rimasti talmente entusiasti dell’acquisto che ne consigliate una anche ai vostri migliori amici. Nel frattempo avete concesso alla stessa anche la facoltà di aggiornare i dati relativi alla vostra salute in sincronia con qualche altra applicazione dedicata all’allenamento ed al fitness e magari, perché no, anche ad un’altra che conta le calorie dei cibi che mangiate aggiornandola puntualmente con i prodotti e relative quantità che avete nel piatto. Lo smartphone vi suggerirà quale cibo assumere per compensare il vostro consumo e vi dirà se siete sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi inseriti che vi siete prefissati.
Mentre tutto sembra filare liscio notate che la batteria del vostro apparecchio dura meno del solito. Ci può stare direte, ma per scrupolo ridiamo uno sguardo alla lista delle app installate. Niente, sono le solite. Da quando sono cominciati allora i problemi con la batteria? Forse proprio nel periodo in cui avete iniziato ad usare di più il telefono per seguire e monitorare i vostri sforzi… sarà normale penserete. Ecco che in palestra, un vostro amico smanettone, col quale parlate solo quando avete problemi informatici, vi avrà suggerito di controllare bene non solo le app installate ma anche i dati del relativo consumo energetico e dando uno sguardo al vostro display vi chiede: “perché hai attivo il servizio di localizzazione?”
Voi, colti di sorpresa, vi accorgete che in alto sul display è comparsa in effetti una nuova icona che non avevate notato e che è proprio quella del gps. Così passate in rassegna le impostazioni sulla privacy e scoprite che l’app che stava accedendo ai dati sulla vostra posizione era proprio quella della bilancia pesapersone.
Ma cosa deve farci la bilancia con i dati della vostra posizione? Controllando i permessi che avevate concesso all’app notate che la stessa non solo accede ai servizi di localizzazione ma anche ai contatti, alle chiamate, ai messaggi, al microfono ed alla fotocamera. Decidete allora di revocare tali permessi, basta un tocco ed il gioco è fatto. Peccato che come abbiate deciso di revocarne anche solo uno, l’app pesapersone abbia smesso di funzionare e vi obblighi a riabilitarli se rivolete indietro i vostri dati.
Quell’applicazione gratuita e molto utile, abbinata alla vostra mitica bilancia, presa per qualche spicciolo sul web, vi stava costando in realtà davvero molto cara. A quel punto meglio cercare un’altra app compatibile con il vostro strumento di misurazione del peso e se non doveste trovarla potrete pur sempre continuarlo ad utilizzare come una bilancia normale senza sfruttarne le caratteristiche che la rendono Sierra Mike Alfa Romeo Tango.