
L’esplosione della tecnologia digitale ha consentito l’emersione, a partire dai primordi di Pong nel 1972, dell’industria dei videogiochi. Da allora, le capacità di simulazione della realtà di questo mezzo di intrattenimento sono diventate straordinarie e multiformi.
L’aspetto grafico di quello che il videogiocatore visualizza è diventato di qualità fotografica. I visori da realtà aumentata ci consentono di sperimentare in modalità immersiva una realtà simulata. I sistemi di force feedback installati in joystick e gamepads trasferiscono al nostro corpo vibrazioni, e molto presto sensazioni tattili. Persone di ogni paese interagiscono in giochi online formando teams estemporanei, divisi dalla forse dalla lingua parlata, ma che rapidissimamente imparano a collaborare anche se non si incontreranno mai fisicamente.
Un tipo particolare di videogames è quello dei giochi di strategia, il cui scopo non è quello di colpire obiettivi, o trovare tesori o combattere avversari più o meno fantastici; ma quello di raccogliere risorse, organizzarle in strumenti, ed usare questi ultimi per raggiungere obiettivi. Titoli famosi di questa categoria sono Sim City, Command & Conquer, Civilization, Age of Empires.
Un peculiare gioco di strategia, che ha attirato all’epoca la mia curiosità di videogiocatore e biologo, è Plague Inc. – un titolo che potremmo tradurre come “Epidemia SpA”. Lo scenario proposto è quello della diffusione di una patologia su scala mondiale. Alcune sono batteriche, altre virali, altre sono agenti patogeni immaginari. Esse originano da un posto casuale del mondo, e seguono le vie classiche di diffusione: aerea, via acqua, mediata da animali o portata da un continente all’altro dal trasporto navale ed aereo. Esattamente come nella realtà, i patogeni hanno una serie di caratteristiche che li rendono più o meno resistenti, più o meno infettivi, più o meno letali. E come nella realtà, il gioco prevede la lotta dei team medici di tutto il mondo contro la patologia.
La caratteristica straordinaria di Plague Inc. è tuttavia quella di affidare al giocatore non la parte del medico che sviluppa strategie di contrasto; ma la parte della malattia. Si vince, infatti, se si riesce ad infettare e sterminare l’intera popolazione umana. È quindi il giocatore che seleziona le caratteristiche iniziali della patologia, acquisisce “punti mutazione” ogni volta che infetta un nuovo paese o quando arriva a determinate soglie di popolazione infettata e di decessi causati.
L’impressione visuale del gioco è insieme intrigante e terrorizzante. La superficie terrestre si copre progressivamente di puntini rossi al crescere degli infettati, e degli indicatori di successo mostrano le numeriche di infettati e di morti, mentre un flusso costante di notizie informa il gestore della patologia della comparsa di pratiche di accaparramento di cibo e medicinali, rivolte in corso, ed il collasso di intere società.
Mi è venuto da pensare a Plague Inc. quando, nell’arrivare nell’aeroporto di casa per uno dei miei viaggi di lavoro, ho scoperto che molte persone portavano la classica mascherina da chirurgo per difendersi dal contagio. Mentre una citazione degli Helloween mi attraversava la mente – “disease, disease, disease my friend/throw the key or you may die” – mi è venuto da sorridere al pensiero che quelle stesse persone così preoccupate di contagiarsi in aeroporto stavano per chiudersi con un altro centinaio di consimili in ambienti chiusi in cui avrebbero respirato aria riciclata per almeno un’ora. E mi chiedevo anche se fossero consapevoli del fatto che i coronavirus sono una grande famiglia di patogeni e che si trasmettono per via aerea con modalità simili all’influenza – una mascherina può assorbire delle gocce di saliva provenienti da uno starnuto, ma non ha alcuna capacità di filtro nei confronti del virus in sé.
Nel frattempo, mentre la psicosi si diffonde, sui Social Media impazzano le consuete dissertazioni di individui laureati all’università della vita, e pertanto autorizzati ad esprimere opinioni su materie strettamente tecniche; la World Health Organization, i paesi fino ad ora coinvolti e l’industria farmaceutica fanno quello che hanno sempre fatto: vegliare sulla sicurezza di noi tutti e sviluppare contro le patologie molecole che i leoni da tastiera non sanno neanche pronunciare.
Per approfondimenti: World Health Organization – Statement on the second meeting of the International Health Regulations (2005) Emergency Committee regarding the outbreak of novel coronavirus (2019-nCoV).
Nota: Plague Inc. è un marchio di Ndemic Creations. Sim City, Command & Conquer, Civilization, sono marchi di EA Games; Age of Empires è un marchio di Ensemble Studios.