CITTADINI & UTENTI

Risorse umane: il declino incide anche sulla sicurezza

Non devono spaventare i “cervelli in fuga”, ma quelli che sarebbe meglio si allontanassero
e invece continuano a restare nel proprio Paese.
A terrorizzare sono gli occidentali che – incapaci persino di fare i compiti a casa –
ricorrono all’ “aiutino” (proprio come nei quiz televisivi) che possono trovare su Internet. E
proprio sul web c’è chi – approfittando delle amebe culturali magari di buona famiglia – si è
inventato un nuovo mestiere, quello dello “scrittore accademico”.
Si fanno chiamare così (“tutor on line” quando non ritengono abbastanza accattivante
l’etichetta affibbiata a questa professione) e fanno parte di un nuovo terziario che “cuba”
oltre 1 miliardo di dollari l’anno.
L’ombelico del mondo è l’epicentro di questo affare in crescita costante e il Kenya è una
delle zone dalla quale proviene la maggior parte di questi “scrittori”.
I nuovi free lance del supporto scolastico e universitario (che polverizza anche CEPU e
chissà quante altre realtà impegnate da tempo per superare esami difficili e recuperare
anni di studio perduti) sono molto preparati ed hanno perfetta conoscenza dell’inglese.
L’offerta dei loro “servizi” copre soprattutto il mercato americano vendendo saggi e
ricerche agli studenti che vogliono superare gli esami senza alcuno sforzo. A praticare
questa moderna arte sono generalmente giovani professori delle università keniote che
cercano di arrotondare i loro esigui stipendi con questo lavoro illecito e assolutamente
privo di etica.
Il gioco è semplice: basta rivolgersi ad uno dei tanti siti web che promuovono servizi di
tutoraggio e compiti a casa e che sono gli intermediari tra lo studente e lo scrittore. Gli
studenti creano profili online che mantengono anonima la loro identità attraverso i quali
richiedono l’esecuzione di compiti a casa con richieste specifiche (numero di pagine, data
di scadenza…).
Gli scrittori accolgono rapidamente le loro istanze e vengono pagati dai siti web. Ma
quanto? Oltre al palese inganno di ogni regola, eccoci di fronte alla frode nei confronti di
questi produttori di saggi: è stato stimato che il sito web trattiene oltre il 30% dell’importo.
Se un compito viene pagato 40 dollari allo “scrittore accademico” possono arrivarne al
massimo sei.
E’ difficile che lo scrittore riesca a creare un contatto diretto con lo studente per un
problema di sicurezza e protezione perché uno volta scoperto verrebbe immediatamente
licenziato dal college.
Lo studente (che un domani andrà a ricoprire immeritatamente un ruolo per il quale non ha
la minima preparazione) potrà dribblare i controlli eseguiti con i sofisticati software anti-
plagio, anche se di fronte ad un professore attento ed esigente certi escamotage
potrebbero non funzionare. Chi esamina può accorgersi che il testo sottoposto dal
candidato può essere scritto in modo troppo approfondito per il livello di preparazione dello
studente e questo lo “scrittore accademico” spesso non è in grado di valutarlo.
La legislazione non è riuscita a reprimere la pratica che continua a diffondersi, riducendo
sempre più il valore del grado di istruzione raggiunto.
Il mancato apprendimento si riflette sul profilo di chi si affaccia sul mondo del lavoro e a
pagarne il prezzo è l’azienda o l’ente che erroneamente procede alla sua assunzione.
L’impreparazione si traduce rapidamente in inefficienza ed inaffidabilità. Se le risorse
umane sono già, per loro natura, l’anello debole della catena della sicurezza, cosa
succede se le future generazioni non hanno nemmeno copiato ma si sono fatte
direttamente sostituire dal bravissimo keniota di turno?

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